«Se Zaia lascia perdere la demagogia e le strumentalizzazioni politiche e si concentra sull’unica vera partita che conta, quella dell’applicazione dei costi standard, noi siamo pronti a fare la nostra parte. Si può combattere una battaglia davvero tutti uniti, per il bene del Veneto».
Claudio Sinigaglia, ex vice presidente della commissione Sanità (sulla via della riconferma) e responsabile Welfare del Pd, chiede al governatore «serietà» e, al tempo stesso, gli tende una mano: «La strada da percorrere è quella dello stop alla spesa storica e dell’applicazione dei costi standard, l’unica strada che porta a risultati concreti, come quello del 2013, quando in sede di riparto riuscimmo ad ottenere 200 milioni di euro in più. Tutto il resto è propaganda, a cominciare dal grido “i tagli, i tagli!”. Qui non c’è alcun taglio – continua Sinigaglia – bensì un mancato aumento. Il budget è lo stesso del 2014. Per il 2015 erano stati promessi 2,3 miliardi in più, che non è stato possibile confermare. Nel 2016 l’aumento c’è, seppur ridotto rispetto alle previsioni e lo stesso accadrà nel 2017. Questo solo per ripristinare un minimo di verità». C’è poi la questione dei fondi aggiuntivi, che secondo Sinigaglia potrebbero aiutare la Regione a fronteggiare le maggiori spese: «Dal fondo per la non autosufficienza arriveranno 30 milioni, altri 25 milioni dal fondo sociale e altri 30 milioni dal fondo per i farmaci contro l’Epatite C. Risorse che il governo ha ripristinato dopo che altri le avevano tolte». Il consigliere regionale democrat non sembra invece convinto più di tanto che la riduzione delle Usl, di cui molto si è parlato in campagna elettorale e che pure la capogruppo Alessandra Moretti ha rilanciato ieri in polemica con Zaia, sia la soluzione al problema: «Per carità, tutto può essere d’aiuto ma resto convinto che risparmi duraturi possano arrivare solo da interventi di carattere strutturale, come l’appropriatezza della spesa, delle prestazioni, della presa in carico dei pazienti, e con la salvaguardia del modello Veneto basato sull’integrazione socio-sanitaria».
Da Roma, in polemica con il governatore Zaia e l’assessore Coletto, si fa sentire invece il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti: «Sono toni francamente fuori misura e obiettivi prettamente politici quelli di alcune Regioni sui presunti tagli alla spesa sanitaria. E sottolineo presunti, perché la realtà dei fatti è che la spesa sanitaria è stata 110 miliardi nel 2014 e sara’ 110 miliardi nel 2015 – dice Zanetti riprendendo il ragionamento si Sinigaglia – i 2,3 miliardi di cui parlano sono un blocco dell’aumento di spesa che risultava altrimenti già previsto in bilancio, non una riduzione della spesa rispetto a quella disponibile per l’anno precedente. Non abbiamo tagliato nulla, abbiamo semplicemente deciso che quanto è bastato per fare buona sanità nel 2014 dovrà e potrà bastare per fare buona sanità pure nel 2015. Chiaro che sarebbe meglio poter contare su ancora piu’ risorse, ma da questo a lasciare intendere che ce ne saranno meno dell’anno scorso ce ne passa».
Ma.Bo. – Il Corriere del Veneto – 4 luglio 2015