Il ministro del governo Renzi nel quale gli italiani hanno più fiducia è la neo mamma Beatrice Lorenzin, ministro della salute. Lo rivela il monitoraggio dell’indice di fiducia dei ministri realizzato da Alessandra Ghisleri per la Klaus Davi & Co srl, strumento che monitora l’incisività delle azioni dell’esecutivo e il percepito dei dicasteri sulla base di 1000 interviste realizzate con il metodo Cati.
La Lorenzin batte tutti con un indice di fiducia molto alto, 29,5. A tallonarla c’è il ministro delle Infrastrutture Graziano del Rio (a fronte di un indice di notorietà di 80), che raggiunge un indice di 28: molto vicino al premier Renzi. L’immagine che offre è di uomo operoso e gran lavoratore oltre che di ottimo padre di famiglia. Sul podio il ministro Dario Franceschini, a capo del dicastero della Cultura, che appare dinamico, innovativo, talvolta privo di strategia ma che comunque riesce a trasmettere la sensazione di voler cambiare il rigido e ingessato universo dei Beni culturali. Il suo indice di fiducia è di 27 a fronte di 88.5 Da sottolineare la performance di Maria Elena Boschi che arriva quarta nonostante il suo campo, le riforme, non sia proprio un territorio di grande ‘commestibilità’. Il ministro Boschi (26 di fiducia a fronte di una notorietà dell’86,5) per molto tempo è stata identificata come l’icona chiave dell’immagine del governo. Ha avuto un ruolo centrale nel comunicare alcuni importanti provvedimenti dell’esecutivo. Segue il ministro del tesoro Pier Carlo Padoan: come tutti i responsabili dell’Economia si trova sempre al centro del dibattito politico, da cui deriva una indiscussa notorietà (indice 82) vista l’importanza dei temi economici. I primi e timidi segnali di ripresa gli portano visibilità e consenso che si traduce in un indice di fiducia del 24. Un onorevole settimo posto per il ministro degli esteri Paolo Gentiloni, evidentemente trainato dalla vicenda Marò e dalle numerose crisi internazionali. Il ministro degli Esteri riesce comunque a capitalizzare un buon indice di visibilità derivato proprio dalle crisi internazionali: fiducia al 20,5, a fronte di una notorietà dell’84. Nonostante i temi della corruzione, della legalità e delle carceri campeggino sulle prime pagine dei giornali, Andrea Orlando, a capo del dicastero della Giustizia, sembra non beneficiarne in termini di esposizione mediatica. Discreto il quoziente di fiducia ma per i ricercatori è oggettivamente inferiore alle aspettative, segno che un buon lavoro di mediazione politica spesso non si traduce in consenso e comprensibilità. Il ministro spezzino comunque incassa un indice del 20, sicuramente inficiato dalla scarsa notorietà, ferma al 63. Non stupisce il risultato del ministro dell’istruzione Stefania Giannini. Il tema scuola è al centro dell’agenda politica, ma sul piano della comunicazione non sembra che l’ex rettore dell’Università per stranieri di Perugia ne giovi particolarmente, anche se con il suo 18 di fiducia e 80,5 di notorietà riesce a fare meglio di Giuliano Poletti, anch’egli a un indice di fiducia del 18, ma con una notorietà inferiore a quota 78,5. A 18 di fiducia c’è anche Marianna Madia, a fronte però di una notorietà del 68,5.
Non sembra che l’ Expo traini invece il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, fermo al 17,5 in termini di fiducia. A seguire Roberta Pinotti, dicastero Difesa, con un indice del 16 a fronte di una notorietà del 65 mentre in coda troviamo Gian Luca Galletti fermo al 14.5 (notorietà del 59), Federica Guidi, sviluppo economico, 13 di fiducia a fronte di una notorietà del 60.5, e Angelino Alfano con un indice di fiducia del 9 a fronte di una notorietà del 92.
Online-News – 21 giugno 2015