«Cure dentarie gratuite per i veneti che non possono permettersele». Con un guizzo berlusconiano (ricordate l’appello dell’ex Cavaliere ai pensionati alla vigilia delle Europee?), il governatore Luca Zaia lancia il «capitolo secondo» del suo programma, quello dedicato alla sanità. Un impegno, più che una promessa, almeno se si vuol credere ai sondaggi.
E’ il punto 4.6: «Per le cure odontoiatriche saranno previste esenzioni per i disoccupati, i titolari di assegni sociali e di pensione minima e i loro familiari a carico. Ulteriori agevolazioni saranno previste anche per pazienti over-65 in possesso di reddito non superiore a 22.000 euro con rimborsi pari a 200 euro ad arcata su presentazione di regolare fattura». Dice Zaia che si può fare, «il piano è già pronto», mentre è molto più cauto sull’abolizione dei ticket imposti dal governo, «perché valgono 218 milioni all’anno e l’eventuale ammanco va coperto – spiega il presidente – c’è chi propone di farlo riducendo il personale amministrativo ma quest’ultimo vale nel suo complesso 220 milioni quindi che vogliamo fare, licenziare tutti gli impiegati delle Usl? Si deve aprire una trattativa col ministero delle Finanze ed evitare l’effetto boomerang per cui siccome le cure sono gratis, allora si va in ospedale anche se non serve. Già oggi fatichiamo ad imporre l’appropriatezza delle cure, c’è gente che si fa 7 risonanze al ginocchio in un anno…».
In questi 5 anni Zaia ha fatto della sanità il punto focale della sua azione amministrativa (e non poteva essere altrimenti, visto che assorbe 8,5 miliardi sui 12 a disposizione della Regione) ed è su questo settore che sembra voler investire per il ritorno a Palazzo Balbi: «Daremo la possibilità ai cittadini di prenotare visite ed esami in farmacia e sempre lì potranno ritirare i loro referti; quindi istituire un centro unico di prenotazione regionale, perché è giusto che il paziente sia libero di scegliere se attendere 3 mesi per la visita sotto casa oppure farla il giorno dopo a 100 chilometri di distanza. Ovviamente metteremo a punto app per smartphone e tablet, proseguiremo con gli investimenti sulla telemedicina e metteremo in rete il parco macchinari, così da sapere in ogni momento quanto stanno lavorando quelli a disposizione». Proseguirà anche l’esperienza degli ospedali aperti di notte che, assicura Zaia, «hanno comportato nel 2014 200 mila prestazioni in più che, viceversa, non si sarebbero fatte». E sempre in tema di rapporto smart con i pazienti, i direttori generali dovranno ricevere il pubblico, «anche il sabato mattina, come me».
Capitolo governance . Come preannunciato, «la rivoluzione» ideata dal candidato del centrodestra non sta tanto nella riduzione delle Usl ad una per Provincia (e pazienza se il Piano socio sanitario indica in 300-400 mila il bacino ideale, il che significa 15-16 Usl), più le due aziende di Padova e Verona («super hub» con direttore scientifico) più lo Iov, quanto nella creazione dell’Azienda «zero» regionale, su cui saranno accentrate tutte le competenze extra sanitarie: ufficio legale, acquisti, logistica. «Sarà la nostra cabina di regia – assicura Zaia – realizzeremo economie di scala senza licenziare nessuno». Chiuso l’accordo per gli ambulatori h24 («I veneti avranno a disposizione un medico e un infermiere ogni giorno dalle 8 alle 22 e dalle 8 alle 10 nei prefestivi, la guardia medica “di base” sarà reperibile anche di notte»), restan o da chiudere gli ospedali più piccoli: «Lo faremo ma ci vuole tempo – chiude Zaia – non abbiamo la bacchetta magica ma il processo è in atto, dal Dopoguerra ad oggi abbiamo già chiuso 49 ospedali».
Marco Bonet – Il Corriere del Veneto – 17 maggio 2015