Inquinamento, morbillivirus o l’ultimo colpo di coda dell’alluvione? Nei laboratori le analisi continuano ma il fenomeno dello spiaggiamento resta, in parte, ancora un mistero. Di certo ci sono gli ultimi due delfini, ritrovati nella costa dell’imperiese appena una settimana fa.
«Un esemplare maschio e una femmina, nello stomaco non abbiamo trovato nulla, certamente non mangiavano da giorni e non abbiamo riscontrato lesioni- spiega Walter Mignone, responsabile della sezione di Imperia dell’Istituto zooprofilattico di Piemonte Val D’Aosta e Liguria E con questi, i casi di spiaggiamento tra Savona e Imperia nei primi mesi del 2015 sono già sette, il primo nel giorno dell’Epifania. Numeri preoccupanti se si considera che, qui in Liguria, sette è il numero di spiaggiamenti di un anno».
E così cresce l’attenzione su un fenomeno in costante aumento : nel 2013 sono stati segnalati 150 mammiferi marini spiaggiati lungo le coste italiane, 164 nel 2014. Circa quaranta i casi in Liguria negli ultimi 7 anni e spesso i motivi non sono chiari. «Non può essere tutto riconducibile a un’unica causa– continua-In alcune circostanze sono i virus come il morbillo e la brucellosi a non lasciare scampo, ma non dimentichiamo che gli effetti ambientali dell’alluvione posso essere ricaduti anche su queste specie, all’apice della catena alimentare e quindi più vulnerabili ».
Campionamenti, analisi istologiche e dati che si incrociano tra Torino e Genova, nel centro di Referenza nazionale per le indagine diagnostiche sui mammiferi marini spiaggiati, un polo di eccellenza che coordina l’attività degli esperti degli 11 centri italiani per capire le cause che portano i cetacei ad arenarsi sulle spiagge.
«I cetacei sono degli indicatori biologici importantissimi, per la salute del mare e dell’ambiente circostante– continua il professor Mignone – Spesso sostanze inquinanti come metalli ediossina entrano in circolo, debilitano l’organismo e li rendono più vulnerabili ai virus. Ma ora aspettiamo i risultati. C’è anche la possibilità che le due stenelle abbiano perso l’orientamento e si siano allontanate dal branco ».
I tecnici dell’istituto zooprofilattico intervengono dopo le segnalazioni della guardia Costiera ma ci sono anche ricercatori impegnati a controllare i movimenti dei delfini.
Repubblica – 11 maggio 2015