È ancora sotto choc, ma dopo venti giorni ha deciso di raccontare la terribile vicenda che ha visto coinvolta lei e soprattutto il suo cagnolino, sbranato da un pitbull in fuga dal giardino di casa. La donna è stata azzannata a una mano, ma peggio è andata al suo meticcio di nove anni, Yoghi: il pitbull l’ha afferrato alla gola, sbattendolo al suolo più volte per finirlo e scappando infine con la preda tra le fauci fino a un boschetto nei pressi di via Vendramin, a Vigodarzere.
Lì la figlia della proprietaria l’ha trovato alla sera, ormai privo di vita. La donna ha sporto denuncia ai carabinieri: il cane, nel frattempo, insieme all’altro pitbull con cui condivideva il giardino di una casa del quartiere, è stato trasferito dal proprietario in Sardegna.
«Stavo passeggiando con il mio cane nel quartiere attorno a via Vendramin», racconta la donna «ed erano circa le 22 quando un pitbull è comparso da un boschetto adiacente a una casa disabitata. Me lo sono trovato di fronte all’improvviso e lui, altrettanto improvvisamente, mi ha assalita e gettata a terra, ferendomi a una mano. Poi ha azzannato Yoghi, afferrandolo per la gola e portandoselo via». Una scena agghiacciante, cui la donna ha assistito impotente e disperata. Ha chiamato aiuto ed è stata medicata al pronto soccorso. Poi la figlia ha cercato Yoghi, per cui, purtroppo, le cure erano ormai inutili.
«Nel quartiere ci hanno detto che più volte quel pitbull, insieme all’altro con cui viveva, usciva scavalcando la recinzione posteriore» aggiunge la figlia della donna «dopo che tutto il giorno rimanevano legati alla catena, finché i proprietari non tornavano a casa. Dopo dieci giorni in osservazione da parte dell’Usl, alla fine è stato rimandato a casa, perché non era risultato ammalato e il proprietario li ha trasferiti entrambi altrove. Mia madre ha ancora di fronte agli occhi quella terribile scena e ha voluto raccontare questa vicenda per portare all’attenzione pubblica e di chi dovrebbe intervenire, un malcostume diffuso a Vigodarzere, dove sull’argine del Brenta, nei parchi pubblici dove giocano i bambini e lungo la pista ciclabile, si vedono spesso cani di grossa taglia lasciati liberi, senza guinzaglio. Yoghi non ce lo potrà restituire più nessuno, ma almeno vorremo che nessun’altra famiglia debba essere costretta a provare il nostro stesso dolore o addirittura subire aggressioni più gravi». (cri.s.)
Il Mattino di Padova – 29 aprile 2015