Marco Zatterin. È finita 27 a uno, con l’Italia sola a opporsi a un piano di abbattimento degli ulivi del Salento ancora «troppo duro e spietato». Il Comitato per la salute Ue, composto dai tecnici degli Stati dell’Unione, ha chiesto ieri «rigide misure di eradicazione» nelle aree infette per combattere la Xylella fastidiosa, il batterio che soffoca le piante pugliesi e rischia di contagiare altre specie nel resto della Penisola e oltre.
La proposta originale è stata ammorbidita: nella provincia di Lecce gli alberi potranno essere risparmiati, mentre l’obbligo di far terra bruciata in un raggio di 100 metri intorno ai tronchi malati varrà solo nell’area cuscinetto più a Nord. Quella dove, ad eccezione dei focolai di Oria, il morbo non risulta ancora aver fatto le sue nobili vittime.
E’ stata una riunione tesa, durata sino alle sei del pomeriggio. La Commissione Ue ha cercato una soluzione condivisa anche dall’Italia, se non altro perché siamo noi che dobbiamo attuare le disposizioni. Durissima la posizione dei francesi, affiancati da greci, spagnoli e portoghesi. I nostri delegati hanno alla fine chiesto la conta. Ciò non toglie che il risultato ottenuto segna un progresso rispetto alle prime idee circolate. E che Roma è riuscita a togliere alcune specie dalla lista della morte in caso di vicinanza con un ulivo infetto. Si salvano così quercia, malva e sorgo. Per le altre, a partire da vigna e agrumi, l’esame è rimandato a luglio.
Il risultato è che ci saranno tre fasce. Quella colorata di blu nel piano Ue si trova più a Nord, fra la provincia di Lecce e quelle di Brindisi e Taranto. E’ la «zona cuscinetto»: qui sarà praticata l’opzione zero e tutte le piante malate saranno espiantate, destino che toccherà anche le specie che si verranno a trovare in un intorno di 100 metri, non importa se sane. E’ la misura più definitiva con cui si tenta di impedire che il batterio, trasportato dall’insetto vettore (la cicala sputacchina), attacchi vegetali in aree più settentrionali.
La seconda zona è quella intermedia, larga 20 km, sulla linea che unisce le coste ionica e adriatica, sotto la fascia «blu». E’ dedicata al contenimento. L’obbligo è quello di abbattere gli ulivi malati, ma cercando di «testare le piante circostanti nell’arco di 100 metri». L’abbattimento non sarebbe quindi automatico.
Nella terza zona, il resto della provincia di Lecce, non si pone più l’obbligo di strappare gli ulivi anche se malati, visto che si ritiene che non possano essere contagiosi. Saranno applicate le misure sanitarie di contenimento. Alla fine le piante potranno restare al loro posto sino alla fine.
Come contorno il Comitato ha stabilito che «l’import e il commercio nell’Ue di piante vive note per essere suscettibili alla Xylella saranno soggette a strette condizioni». Una messa al bando su misura varrà per le piante di caffè da Honduras e Costa Rica, dato il rischio di essere malate. In effetti, il batterio identificato per la prima volta in Italia nel 2013, risulta essere arrivato in Puglia con una pianta ornamentale transitata nel porto di Rotterdam dopo essere partita proprio dal Costa Rica. Il prossimo passo sarà provare che vigna e agrumi non sono contagiabili. Intanto, da maggio cominceranno gli abbattimenti.
La Stampa – 29 aprile 2015