di Davide Colombo e Marco Rogari. Si riparte da tre nodi e con l’ambizione di chiudere entro la settimana la prima lettura della delega Pa, all’esame del Senato ormai da sette mesi. Questo pomeriggio in Aula le votazioni ripartono dall’articolo 7, con le norme per il riordino degli uffici periferici della Pa centrale (prefetture incluse) ma prima bisognerà verificare l’intesa sulla fusione del Corpo forestale in una sola altra forza di polizia.
Gli altri due nodi da sciogliere restano quelli della dirigenza delle Camere di Commercio, da destinare a uno dei ruoli unici individuati nella riforma, quello del vincolo alle assunzioni di esterni al ruolo di segretario comunale nelle città maggiori. C’è poi da giocare la partita sul percorso accelerato dei vincitori di concorso.
Altri correttivi
L’ipotesi è quella di introdurre misure ad hoc per facilitare l’assunzione di vincitori di concorso in attesa (3mila secondo le ultime stime), e della vicenda si sta facendo carico con un emendamento il senatore Pd Vincenzo Cuomo. Il testo deve però passare al vaglio della commissione Bilancio. Il cuore dell’articolo 7 resta l’ambizioso disegno di riordino (con tagli) della foresta di uffici periferici delle amministrazioni centrali, con la creazioni di sedi unificate. Un piano già tentato diverse volte in passato ma senza successo. In ballo ci sono oltre 8.400 sedi che fanno capo ai diversi ministeri e, tra queste, i 995 uffici e caserme del Corpo forestale dello Stato, le 243 sedi dell’Agenzia delle Entrate, le 116 divisioni locali della Ragioneria generale e le innumerevoli Soprintendenze (120 per l’archivio di Stato e 31 per i Beni culturali) o, ancora, le 109 sedi territoriali del ministero del Lavoro. Queste ultime sono già state oggetto di un disegno di riordino legato alla costituzione dell’Agenzia unica ispettiva (in applicazione del Job act) ma anche quel piano per il momento è fermo.
Gli obiettivi finanziari
Secondo le analisi messe a punto dall’ex commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, questo riordino potrebbe garantire risparmi fino a 300 milioni l’anno per il prossimo triennio. E l’attuazione di questo capitolo della delega Pa resta una tessera fondametale nel mosaico della nuova spending che sta componendo il nuovo commissario Yoram Gutgeld insieme con Roberto Perotti. L’obiettivo è di recuperare per il 2016 almeno 10 miliardi ma allo stato attuale quattro miliardi sono ancora tutti da individuare. Tra le questioni in attesa di una risposta resta poi quella della cosiddetta “staffetta generazione bis”, ovvero la possibilità di autorizzare contratti part time negli ultimi anni di impiego per i dipendenti che si avviano al pensionamento. Un nuovo emendamento di Hans Berger (Svp) dovrebbe superare le obiezioni fin qui mosse dalla Ragioneria sulle coperture previdenziali e potrebbe avere più di una chance di essere votato dall’Aula.
Da scioglier nodo Corpo forestale
L’assemblea riprenderà dunque le votazioni a partire dall’articolo 7 che rioganizza l’amministrazione dello Stato e prevede il riordino in particolare di circa 8.400 sedi di uffici periferici della Pa centrale, comprese le Prefetture, da accorpare in uffici unificati. Tra gli uffici interessati al riordino anche 995 uffici e caserme del Corpo forestale dello Stato, 243 sedi dell’Agenzia delle entrate e altre 116 della Ragioneria generale dello Stato. Poi ci sono gli uffiici delle Sovrintendenze (120 per l’Archivio di Stato e 31 per i Beni culturali) e le 109 sedi territoriali dell ministero del Lavoro. Per riuscire a mandare in porto la riorganizzazione (da cui dovrebbero arrivare risparmi per 1 miliardo di euro in tre anni) l’Aula dovrà innanzitutto sciogliere il nodo del Corpo forestale dello Stato, e le modalità di una sua fusione in un altro Coropo di polizia (accantonata l’idea di dividere il suo personale negli altri 4 corpi di polizia esistenti). Ma vediamo nel complesso le principali novità della delega.
Ruolo unico dirigenti al via
La dirigenza della Pubblica amministrazione sarà articolata in ruoli unificati, con piena mobilità. Gli incarichi avranno una durata tiennale, rinnovabile una sola volta, senza necessità di un nuovo bando e una nuova selezione. Per diventare dirigenti a tempo indeterminato sarà necessario superare un concorso pubblico ed un altro esame dopo i primi anni di servizio.
Licenziabilità di fatto dei dirigenti
Cuore della delega è la riforma della dirigenza pubblica, con interventi su fronti caldi come la licenziabilità, di fatto, dei dirigenti: quelli privi di incarico saranno infatti posti in disponibilità e, una volta trascorso un certo lasso di tempo (da definire), decadranno dal ruolo unico.
Carriere Pa, stop agli automatismi
Tra le altre novità introdotte anche il superamento degli automatismi di carriera. Un emendamento del relatore Giorgio Pagliari (Pd) prevede infatti «il superamento degli automatismi nel percorso di carriera», dei dirigenti, la cui progressione dipenderà dalla «valutazione» delle loro scelte, ovvero dal merito.
Sì alla delega su norma “taglia decreti”
Un altro emendamento del relatore approvato in commissione delega il Governo a modificare e abrogare le disposizioni di legge che prevedono l’adozione di provvedimenti attuativi. L’obiettivo è quello di semplificare le procedure amministrative e il sistema normativo e dare «maggiore impulso al processo di attuazione delle leggi». In pratica il governo potrà eliminare una o più disposizioni legislative «che prevedano provvedimenti non legislativi di attuazione, entrate in vigore dopo il 31 dicembre 2011»
Riduzione Camere di commercio
Il testo all’attenzione dell’Aula conferma la riforma delle Camere di commercio, che verranno ridotte «mediante accorpamento» dalle attuali 105 a 60. La soglia dimensionale minima a regime dovrà essere di 80mila imprese iscritte nel registro.
Il superamento del segretario comunale
Un altro capitolo rilevante della riforma riguarda il superamento della figura del segretario comunale, che confluirà nel ruolo unico della dirigenza pubblica al termine di una fase transitoria nel corso della quale le funzioni relative al controllo di legalità (che verranno mantenute) verranno affidate ai dirigenti del ruolo unico provenienti dall’Albo dei segretario comunali.
Riordino servizi pubblici locali
La I commissione ha dato il via libera anche ad un’altra modifica del ddl delega che riscrive le norme sui servizi pubblici locali, acqua, trasporti e rifiuti. Introdotti in particolare «incentivi e meccanismi di premialità» per gli Enti locali che «che favoriscono l’aggregazione delle attività e delle gestioni secondo criteri di economicità ed efficienza». Il testo, inoltre, dispone «l’abrogazione, previa ricognizione, dei regimi di esclusiva, comunque denominati, non conformi ai principi generali in materia di concorrenza».
Razionalizzazione partecipate pubbliche
Per quanto attiene il riordino delle società partecipate pubbliche, tra i principali obiettivi della delega, la riforma prevede poteri di razionalizzazione, con possibilità di piani di rientro per le società in disavanzo (ed eventuale commissariamento) e responsabilità di sindaci e presidenti di Regione nella loro gestione. (Il Sole 24 Ore)
Emendamento al ddl Madia. Entro il 30 aprile i dati sulle graduatorie
Una corsia preferenziale per assumere i vincitori di concorso in attesa di essere assunti dalla p.a. La buona notizia per l’esercito dei circa 3 mila aspiranti dipendenti pubblici potrebbe arrivare dalla ddl delega di riforma della p.a. da oggi al voto dell’aula del senato (l’ok dovrebbe arrivare mercoledì). A prevedere l’ipotesi di introdurre misure ad hoc per accelerare l’assunzione dei vincitori in attesa è un emendamento presentato dal senatore Pd Vincenzo Cuomo. La proposta di modifica, giunta ormai alla quarta riformulazione in modo da renderla più digeribile da parte della commissione bilancio, stabilisce «l’introduzione di norme transitorie finalizzate esclusivamente all’assunzione di vincitori di procedure selettive pubbliche» qualora vi siano graduatorie approvate e pubblicate alla data di entrata in vigore della legge delega.
«Abbiamo necessità e urgenza di garantire rapidamente l’assunzione di migliaia di vincitori di concorso che, dopo anni, attendono con speranza un diritto finora negato», ha spiegato il senatore Cuomo. Anche se, a dir la verità, una corsia preferenziale per i vincitori è già prevista dalla legge di stabilità 2015 (legge 190/2014) che consente a regioni ed enti locali di continuare a scorrere le graduatorie nonostante il blocco imposto per assorbire gli esuberi delle province.
L’emendamento Cuomo però metterebbe gli enti pubblici nelle condizioni di predisporre norme ad hoc per le assunzioni, cristallizzando le graduatorie in modo che tutte quelle approvato alla data di entrata in vigore della riforma di Marianna Madia (e tuttora vigenti alla data di approvazione del dlgs attuativo sul riordino del lavoro pubblico che dovrà vedere la luce entro un anno dal varo della delega) possano giustificare una ragionevole aspettativa di assunzione. Sulla validità delle graduatorie, com’è noto, grava da sempre grande incertezza, visto che di anno in anno c’è bisogno della solita proroga per tenerle in vita.
Quest’anno, il decreto Milleproroghe, storicamente deputato a ospitare questi e altri rinvii, è rimasto in silenzio sul punto per la semplice ragione che nel 2013 (con il decreto legge 101), l’ex ministro della funzione pubblica Gianpiero D’Alia aveva disposto uno slittamento triennale, allungando al 31 dicembre 2016 la validità delle graduatorie. Ora si chiede qualcosa di più, sottolinea Cuomo, «sempre però nel rispetto dei limiti di finanza pubblica vigenti». La proposta, come detto, parla di «norme transitorie finalizzate esclusivamente all’assunzione dei vincitori di concorsi pubblici».
Diversi potrebbero essere gli scenari aperti da quest’emendamento, dall’allargamento delle maglie del turnover alla spinta ai prepensionamenti. Intanto si attendono i dati definitivi sui vincitori di concorso in attesa di assunzione: le amministrazioni hanno ancora tre giorni di tempo (fino al 30 aprile) per comunicare le informazioni sulle graduatorie alla Funzione pubblica utilizzando la piattaforma raggiungibile sul sito www. monitoraggiograduatorie.gov.it.
Sulla base dei dati inviati dagli enti pubblici, palazzo Vidoni realizzerà un report che dovrà essere pubblicato entro il 31 maggio. Solo allora si saprà se i vincitori di concorso in attesa di collocamento sono ancora 3 mila o se, come probabile, il loro numero è cresciuto, assieme a quello degli idonei (80 mila secondo i dati ufficiali, ma come ammesso dalla stessa Funzione pubblica, destinati a essere quasi il doppio. (Francesco Cerisano – ItaliaOggi)
28 aprile 2015