Il 10 aprile si è tenuta a Verona la 3^ Convention nazionale dei direttori dei dipartimenti di prevenzione, incontro promosso in forma unitaria da SItI, SNOP e SIMeVeP, in cui sono stati trattati i temi attuali di riordino del Servizio Sanitario Nazionale ed in particolare i Piani Nazionali di Prevenzione. Al Convegno erano presenti, oltre ai Direttori dei Dipartimenti di Prevenzione di tutto il Paese, Roberta Siliquini, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, e Ranieri Guerra, Direttore della DG Prevenzione del Ministero della salute.
Alla luce delle relazioni presentate e della lunga discussione sono emersi i seguenti punti che riteniamo utile evidenziare:
l’attuazione del precedente PNP 2010/2012 è stata caratterizzata da una sostanziale assenza di una approfondita valutazione critica dei risultati a fronte di un eccesso di linee programmatiche (non tutte evidence-based) e di obiettivi specifici inseriti (circa 800 progetti/programmi) che ha portato ad una frammentazione del disegno complessivo con la conseguente perdita di visione di insieme;
é fondamentale che il nuovo Piano Nazionale di Prevenzione 2014-2018 costituisca un saldo punto di riferimento nei confronti di una marcata deriva di iniziative regionali che mette a rischio l’omogeneità dell’intervento e che vede importanti differenze di fornitura di servizi sanitari alla popolazione;
si sta verificando in alcune regioni italiane (es. Toscana) una riorganizzazione dei servizi del Dipartimento di Prevenzione che mette a rischio i principi generali di interconnessione tra strutture sanitarie e di rapporto con il cittadino.
Nell’anno di EXPO 2015 che ha per tema “nutrire il pianeta energie per la vita” occorre una forte sensibilizzazione della politica sulla valenza del sistema sanitario di prevenzione in ordine al tema della sicurezza alimentare. Produrre cibi sani significa governare processi di filiera molto articolati e complessi che poggiano sulle condizioni ambientali, su sistemi di monitoraggio dei rischi che devono coinvolgere medici igienisti, specialisti in igiene degli alimenti, medici del lavoro, veterinari igienisti zootecnici, veterinari igienisti e tecnologi degli alimenti, veterinari specialisti in sanità animale ed epidemiologia. L’interazione di queste professionalità genera valore e sostiene l’economia agro-zootecnico-alimentare mettendola in condizione di competere sul piano internazionale ed esportare. Spesso però si enfatizza la funzione di controllo/repressione che non porta soluzioni mentre i servizi dei dipartimenti di prevenzione, nel silenzio del lavoro quotidiano e nonostante la sostanziale mancanza di risorse, continuano a tutelare concretamente i consumatori assicurando al sistema paese ricadute economiche rilevantissime
Occorre affrontare in maniera sistematica il tema della cronica carenza di risorse umane (sia in termini numerici che di professionalità messe in campo), non superabile semplicemente con una spinta centralistica o seguendo l’onda delle semplificazioni. Disponibilità economiche in realtà ci sono (sarebbe ad esempio sufficiente utilizzare appieno i fondi derivanti dall’applicazione del D.Lgs. 758/94 o dalla L. 194/08), a patto che vengano individuati gli strumenti normativi che consentano l’utilizzo di quelle somme anche per il potenziamento stabile degli organici
Si constata che la separazione organizzativa fra salute ed ambiente imposta dal referendum popolare del 18 aprile del 1993, che tolse le competenze sull’ambiente al SSN per consegnarlo alle Agenzie regionali protezione ambiente (ARPA), non è ancora stata superata. Manca la consapevolezza che il tema di inquinamento e salute è da tempo diventato uno dei più assidui campi di scontro della politica nel Paese e occorre rimarcare che i Dipartimenti di Prevenzione, attraverso gli operatori della sanità pubblica, devono svolgere un ruolo attivo, anche attraverso la modifica dei determinanti positivi di salute ed in particolare sul tema dell’urbanistica, sulla collocazione degli insediamenti industriali-produttivi e sulla loro pressione ambientale, che rappresenta uno snodo vitale per modificare positivamente le condizioni di salute della nostra popolazione.
Infine i Dipartimenti di Prevenzione ritengono di poter svolgere un ruolo cruciale nel rilevare e documentare le disuguaglianze in salute. Si tratta, infatti, di un problema di valenza tecnica ed etica, ed è fondamentale che la sanità e la prevenzione ne tengano assolutamente conto in un Paese in cui tutti i principali indicatori statistici sanitari, mostrano una drammatica disomogeneità.
Quanto sopra richiamato è solo la sintesi delle articolate riflessioni che hanno animato il confronto e che hanno spinto le società scientifiche SITI, SNOP e SIMEVEP a riunirsi nelle prossime settimane per preparate un documento che ponga in modo organico i temi della “Prevenzione primaria” del “mantenere sani i sani”, della lotta alla “antibiotico-resistenza”, della “sicurezza alimentare”, della “protezione dell’ambiente”, della “salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”, del “guadagnare salute” etc. all’attenzione del Governo e delle Giunte Regionali al fine di avviare una svolta per tutelare la salute collettiva ed individuale dei cittadini generando significativi risparmi sulla spesa sanitaria.
Fonte Simevep – 27 aprile 2015