Trattative in stallo ieri con la Sisac per il rinnovo dell’Acn della medicina generale, della pediatria e della specialistica ambulatoriale. E la Fimmg ha già programmato una giornata di sciopero il prossimo 19 maggio. Per i mmg la Sisac ha riportato indietro l’orologio del confronto: «La Sisac nega la validità dell’accordo siglato il 4 marzo dalle OoSs con il Presidente del Comitato di Settore – spiega una nota della Fimmg – considerandolo espressione di valutazioni personali del medesimo.
Espressamente interrogata sul significato e contenuto di alcune raccomandazioni che la Conferenza dei Presidenti avrebbe affiancato alla nuova formulazione dell’atto di indirizzo, la Sisac ha tenuto a precisare che la Conferenza stessa non le aveva approvate per cui, anche queste, rimanevano una semplice espressione di desideri della Regione proponente: la Campania.
Non è neppure il caso di sottolineare che Sisac da organo tecnico delle Regione diventa una illegittima sede di valutazioni e scelte politiche, che trascendono da qualsiasi potere d’indirizzo e di verifica di organi politici e di settore delle Regioni».
Meglio sarebbe, suggerisce la Fimmg, «riportare le trattative dei professionisti convenzionati nell’Aran, dove una consolidata esperienza e tradizione negoziale potrebbe garantire un comportamento più corretto nei confronti delle OoSs e della categoria.
A noi, comunque, non è dato sapere se la Sisac si sia “messa in proprio” o, come lei stessa afferma, risponda a un preciso mandato della Conferenza per volontà della maggior parte delle Regioni, salvo rare eccezioni. L’interlocutore politico rimane la stessa Conferenza e a questa chiediamo di sapere, una volta per tutte, se avalla il comportamento e le posizioni di Sisac, senza infingimenti od opacità, che autorizzerebbero a credere che in questi mesi abbiamo assistito solo a un nauseante palleggiamento di responsabilità sulla testa dei cittadini»
E si preannuncia un maggio caldo. La Federazione dei medici di medicina generale lancerà un numero di iniziative di contrasto sindacale «senza precedenti» e lo sciopero sospeso verrà immediatamente ripreso, a partire dal 19 maggio. «La Conferenza delle regioni o il suo autoreferenziale succedaneo, la Sisac – conclude la Fimmg – si assumano la responsabilità di spiegare ai cittadini le ragioni di tale comportamento dilatorio e delle sue conseguenze rispetto alla necessità di sviluppo delle cure territoriali secondo le esigenze del paese e non secondo i desiderata ideologici di un enclave funzionariale. Noi lo faremo!».
Nessun segnale positivo per la Federazione italiana medici pediatri
Secondo la Fimp, è emersa chiaramente «una resistenza a recepire i contenuti espressi nell’Accordo politico siglato il 4 marzo scorso e ripreso solo in minima parte dalla nuova proposta di Atto di Indirizzo uscita dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni».
«Data l’attuale situazione – sottolinea il presidnete Giampietro Chiamenti – vengono meno le garanzie che l’accordo firmato con Claudio Montaldo il 4 marzo e condiviso anche con il Sottosegretario alla Salute Vito De Filippo avrebbe permesso di avere anche per la pediatria di famiglia. La Fimp difende con forza la proposta di integrazione all’Atto di Indirizzo presentata al Comitato di settore delle Regioni e intende salvaguardare l’assistenza garantita in questi anni dalla pediatria di famiglia ai bambini italiani, la sua capillarità e l’organizzazione presente sul territorio».
Per la prossima settimana Fimp ha convocato il suo Consiglio nazionale che prevede all’ordine del giorno la valutazione di un eventuale sciopero della categoria e le relative modalità attuative.
Smi: «Governo messo alle corde dalle Regioni»
Per Enzo Scafuro, responsabile nazionale Smi dell’area, «il tavolo è stato ancora una volta interlocutorio, non essendo stato approvato dal Governo il nuovo Atto di indirizzo per la medicina convenzionata. Il consiglio dei ministri è previsto per il 13 maggio prossimo».
«Con la SISAC – spiega Scafuro – condividiamo il senso di disagio e la richiesta di chiarezza rispetto all’accordo politico tra il Comitato di settore della Conferenza delle Regioni e i sindacati del 4-marzo scorso, che è stato, oltretutto, solo parzialmente recepito dalla nuova versione dell’atto di indirizzo».
«Sembra, purtroppo – aggiunge – un gioco delle parti: prendiamo atto che ancora una volta il Governo centrale è messo alle corde dalle Regioni; così è in pericolo la costruzione stessa di una cornice nazionale entro cui si dovrebbe operare per la definizione di un nuovo Acn, prevale, invece, la volontà delle regioni stesse di affermare una piena e totale autonomia sulla definizione, costruzione e organizzazione della Medicina Generale».
«Lo SMI – ha sottolineato Scafuro – ha ribadito che per avviare una trattativa occorre innanzitutto che la Sisac individui su quali passaggi del nuovo Atto di indirizzo sia autorizzata a trattare per dar luogo a una effettiva negoziazione; che il finanziamento dei fattori produttivi non crei medici e pazienti di serie B; che nessun rapporto di ordine gerarchico creato con la presenza di referenti /coordinatori venga definito nelle Aft e nelle Uccp, pena la creazione di un rapporto giuridico di lavoro assimilabile alla dipendenza. Quindi, è stato chiesto alla Sisac di inviare l’articolato con giusto anticipo per poterlo esaminare adeguatamente».
Il sole 24 Ore sanità – 24 aprile 2015