Parola d’ordine: trasparenza. Declinata alla lotta («contro gli sprechi della politica» e «contro la corruzione») ma in un quadro di governo («diventerò presidente e lo farò»). Alessandra Moretti impugna le forbici da campagna elettorale e promette di tagliare perfino l’intagliabile, considerando (e sfidando) le resistenze storicamente opposte dal Palazzo ai tentativi di contenere i costi della casta.
Arrivata a tre quinti del suo tour, 361 Comuni in 61 giorni, la candidata del centrosinistra si è fatta un’idea di che cosa domandino i veneti: «La richiesta più insistente è di una politica più sobria». E allora via di cesoia, con l’obiettivo di totalizzare a fine legislatura tagli per 59 milioni di euro, «che riverseremo in sanità, sociale, sostegno al lavoro e all’impresa». Un colpo agli stipendi dei consiglieri regionali: -10% alle indennità di carica (attualmente fissate sui 6.600 euro) e -80% a quelle di funzione (ora fra 2.100 e 2.700 euro a seconda dei ruoli). Una sforbiciata ai rimborsi spese mensili: dal forfait di 4.500 euro, al tetto di 1.500 per esborsi da rendicontare puntualmente sul web. Un’amputazione dell’assegno di fine mandato, finora attestato a 38 mila euro per la prima legislatura e a 76 mila dalla seconda, abolendolo del tutto. Una sfrondata ai vitalizi, ricalcolandoli secondo il metodo contributivo. «È assurdo – chiosa Moretti – che la Regione paghi ogni anno 11,2 milioni per le pensioni. Possiamo risparmiarne 8,4 smettendola di erogarle con il sistema retributivo. Ricorsi degli ex consiglieri? Non li escludo, ma io lo faccio lo stesso, poi vedremo cosa dirà la Corte Costituzionale».
Non è finita qui. Nell’intento della portacolori del Partito Democratico, il sibilo delle lame si farà sentire anche fra le 98 società partecipate direttamente o indirettamente dalla Regione: «Ridurrò drasticamente i poltronifici. Costruiremo due macro-holding, una per la finanza e l’altra per le infrastrutture, a cui faranno capo le aziende veramente strategiche». Contro illegalità e mafia agirà «un garante indipendente votato dal consiglio a maggioranza dei due terzi», chiamato a «rivoltare come un calzino il sistema appalti, affinché i veneti non debbano più subire un altro Mose».
All’insegna della limpidezza on line saranno infine, promette Moretti, anche l’agenda istituzionale, le fatture di ogni spesa effettuata e l’avanzamento delle opere pubbliche (già pronto l’hashtag #opencantieri ). (a.pe. )
Il Corriere del Veneto – 8 aprile 2015