Sarà una Pasqua con un menù di fortuna, a meno di una corsa imprevista in pescheria, per qualche ristorante o compagnia di amici che contavano di mettere in tavola piatti a base di pesce d’acqua dolce per festeggiare una delle ricorrenze più importanti dell’anno.
È infatti sfumata la consegna di 30 quintali, fra carpe, siluri e tinche, del peso variabile tra i 10 e i 35 chili per esemplare, che viaggiavano su un furgone frigorifero in assenza della documentazione necessaria, senza protezioni e in cattivo stato di conservazione. Tanto da venire seduta stante sequestrati e distrutti in un impianto specializzato in quanto non ritenuti idonei al consumo.
Il carico irregolare è stato scoperto ieri mattina, all’altezza della zona industriale di San Pietro, dalla Polizia stradale di Legnago impegnata in uno degli abituali controlli sulla viabilità lungo la regionale 10. Ad attirare l’attenzione degli uomini del comandante Giovanni Rossi è stato, intorno alle 11, il modo di procedere di un Mercedes Sprinter, con targa romena, che arrivava da Cerea e sembrava eccessivamente carico. La sorpresa è arrivata però quando gli agenti hanno aperto il portellone del furgone trovandosi di fronte ad una vera e propria frode alimentare rischiosa per i consumatori: nel cassone erano infatti ammassati, in scatole di polistirolo sporche, centinaia di esemplari coperti di ghiaccio tritato. Tutti pesci freschi di cui il conducente del mezzo – V.B. un cittadino romeno di 28 anni, che ha esibito due bolle di tutt’altra natura, intestate rispettivamente ad una ditta edile ceretana e ad un’impresa di Porto Tolle (Rovigo) – non ha saputo indicare la provenienza, limitandosi a dichiarare che stava trasportando la merce in Romania. Con tutta probabilità, carpe, tinche e siluri erano il frutto di un’attività di bracconaggio nei canali della zona, come quella smascherata lo scorso agosto dalle guardie zoofile della Lipu nel fiume Menago, a Cerea. Oppure arrivavano da qualche cava o dai laghi del Mantovano, sempre comunque in forma illecita e in barba alle prescrizioni di legge.
Di fronte alla scena presentatasi ai loro occhi, gli agenti hanno allertato il Servizio veterinario igiene degli alimenti di origine animale dell’Ulss 21. Sul posto è giunto il veterinario Flavio Ferrari che ha ispezionato il carico e disposto la distruzione immediata del pesce conservato ad una temperatura di cinque gradi. Tutto ciò dopo aver riscontrato la mancanza di autorizzazione sanitaria al trasporto, la carenza di igiene e l’assenza di documenti attestanti la tracciabilità. Un trasporto insomma completamente abusivo, che costerà molto caro al conducente: la Polstrada ha contestato a V.B. una sfilza di infrazioni che si sono tradotte in una sanzione di 5.500 euro, a cui si sono sommati altri 800 euro per il sovraccarico del mezzo.
Stefano Nicoli – L’Arena – 5 aprile 2015