Un buco da circa 70 milioni di euro. A tanto ammonta il disavanzo di bilancio nelle Usl 16 e 17, rispettivamente di Padova e del «Santa Madre Teresa di Calcutta», il nuovo ospedale di Schiavonia, che serve le aree di Este e Monselice, inaugurato lo scorso novembre. Per la precisione, si tratta di un disavanzo di quasi 41milioni per quanto riguarda l’Usl 16, e di oltre 28 milioni di euro per il nuovo polo ospedaliero della bassa padovana.
Per entrambe le Unità sanitarie, una delle voci di costi più importanti è quella che riguarda la spesa farmaceutica, in modo particolare per l’epatite C. L’Usl 16, infatti, ha programmato quasi 4 milioni in più rispetto al preconsuntivo del 2014 per quanto riguarda i farmaci ad alto costo e quelli, appunto, per l’epatite, mentre per l’Usl 17 si parla di oltre 2 milioni di euro.
«Un incremento del genere è dovuto all’adeguamento alle nuove direttive dal Ministero per la cura dell’epatite», spiega Umberto Brazzale, direttore generale dell’Usl 16. «Le Unità sanitarie locali si sono dovute adeguare alle nuove linee terapeutiche arrivate da Roma, e per questo motivo la spesa farmaceutica è aumentata in questo modo». Per quanto riguarda il nuovo polo di Schiavonia, poi, saltano all’occhio le spese non sanitarie, come i servizi di pulizia, lavanderia e mensa (aumentate di oltre un milione rispetto al 2014). Anche per le utenze c’è un incremento importante rispetto all’anno precedente (oltre 3 milioni e mezzo), dovuto soprattutto alla maggiore metratura della struttura. E se cresce l’ospedale, crescono anche i servizi offerti e, quindi, il canone per le apparecchiature mediche, che registra un aumento di oltre 2 milioni di euro. A questi, poi, si aggiunge la rata del «mutuo» da pagare ogni anno. L’ospedale «Santa Madre Teresa di Calcutta», infatti, è stato costruito in project financing dalla Regione. In totale il polo ospedaliero è costato circa 165 milioni di euro: 86,5 milioni sono soldi pubblici, 15 arrivano da un fondo di rotazione regionale e il resto ce l’ha messo il privato che si è aggiudicato la concessione per costruire e gestire l’ospedale. L’Usl 17, quindi, dovrà ogni anno pagare 3,8 milioni di euro per restituire i fondi privati. «Rispetto l’anno scorso – spiega Claudio Sinigaglia, consigliere regionale Pd – c’è un’esplosione di costi. La preoccupazione principale è che la Regione non riesca a coprire cifre così elevate. C’è infatti un fondo di 150 milioni di euro da poter utilizzare per le spese sanitarie, ma questa cifra dovrebbe essere ripartita a livello regionale. Se le due aziende della provincia di Padova, da sole, arrivano ai 70 milioni, per le altre province rimane ben poco». «In realtà la situazione non è disperata come la si dipinge», chiarisce Brazzale. «Nel redigere ogni bilancio preventivo, infatti, non possiamo tener conto dei finanziamenti che arrivano nel corso dell’anno dalla Regione. Il preventivo rispecchia la realtà per le voci di spesa, non per quelle di entrata».
Il Corriere del Veneto – 26 marzo 2015