Un feto di bovino morto a causa della salmonellosi. Così una stalla con 18 capi di bestiame nella zona di Castion è stata messa sotto sequestro su disposizione del servizio veterinario dell’Usl 1. L’inconsueta infezione è ora oggetto di approfonditi esami per capirne le cause, a iniziare dalle analisi del mangime che potrebbe essere stato contaminato, mentre la madre gravida è stata sottoposta ad una terapia a base di antibiotico.
L’allevatore potrà comunque continuare nella sua attività di produttore di latte che, grazie al trattamento termico a cui viene sottoposto, è completamente al sicuro da ogni rischio di contaminazione batterica.
Scoppia la salmonellosi, la stalla viene messa sotto sequestro. A finire sotto la lente dell’Usl 1 sarebbe stato un allevamento di vacche situato a Castion, diciotto capi in tutto su cui in questi giorni i tecnici del servizio veterinario dell’azienda sanitaria stanno indagando dopo il caso di salmonellosi scoperto in un feto nato morto. Si cercano le cause dell’infezione, per capire se oltre alla madre possano esserne contagiati anche gli altri animali della stalla. Per l’uomo, tuttavia, non sembrano esserci grossi rischi. Dall’allevamento il proprietario ricava latte da mettere sul mercato e il prodotto, grazie al trattamento termico a cui viene sottoposto, tale da mettere al bando ogni rischio di contaminazione batterica, è del tutto sicuro. Il caso tuttavia è raro, di infezioni simili se ne vede una ogni due anni. «Tutto è nato da un feto, abortito – spiega Gianluigi Zanolla responsabile dei servizi veterinari dell’Usl 1 – dalle analisi abbiamo capito si trattava di salmonellosi. La madre è stata subito sottoposta ad una terapia di antibiotici, per questo al momento il suo latte non viene consumato, e per gli altri diciassette capi della stalla sono scattati gli esami del caso, per capire se mettere in cura anche loro. Tutto si risolverà nel giro di due settimane massimo, ma nel frattempo l’allevamento è stato messo sotto sequestro».
Al contempo, si indagheranno le cause. «Sono partite le analisi degli alimenti – spiega ancora Zanolla -, perché potrebbe esserci un inquinamento da salmonella nel mangime. Intanto abbiamo capito la cosa più importante, il tipo di salmonella: si tratta del sierotipo Dublin, e questo è un fatto positivo perché non è il ceppo più patogeno per l’uomo». Negli allevamenti casi del genere sono eventualità che, per quanto rare, il proprietario mette in conto. Tuttavia i bovini sono le specie che meno trasmette all’uomo batteri e malattie; il contagio, infatti, avviene solo nei casi in cui si entri a contatto con carni non controllate e con latte non sottoposto al trattamento termico.
Tratta dal Gazzettino di Belluno – 14 marzo 2015