Si parla del policlinico del futuro ma quale dovrebbe essere, secondo la medicina accademica, la nuova Azienda ospedaliera? La risposta è nel progetto presentato ieri in aula Morgagni, alla presenza del gotha della sanità.
«L’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona è stata una scelta infelice — ha detto il professor Santo Davide Ferrara, presidente della Scuola di Medicina — noi preferiamo un’Azienda ospedale-Università, che collabora con i medici di famiglia e il territorio, è fatta di poli sanitari di alta specializzazione e si focalizza sul prodotto globale. Risultato della somma tra prodotto scientifico, didattico e assistenziale. L’azienda dovrà essere valutata su tale parametro anche sul fronte dei finanziamenti, non più comparabili a quelli da assegnare alle realtà tarate sull’assistenza». Il modello prevede al vertice rettore e direttore generale («non perde nessuna delle sue funzioni»), mantiene le strutture operative complesse e semplici e i Dipartimenti funzionali, ma introduce l’Organo di indirizzo, l’Organismo esterno indipendente di valutazione, la Direzione didattico-scientifica e il Dipartimento didattico-scientifico-assistenziale integrato. «E’ poi il momento di proporre a Regione e Ateneo un Dipartimento funzionale interaziendale di coordinamento tra Azienda ospedaliera, Usl, Iov e centri di ricerca — ha illustrato Ferrara —. Il nuovo policlinico comprenderà specialità mediche e chirurgiche, Pediatria, trapianti, Oncologia e servizi, il nuovo Iov l’Oncologia pluridisciplinare. Chiediamo un nuovo edificio anche per lo Iov, che non va delocalizzato ma deve restare a Padova». Tutto ciò sarà «certificato» da un protocollo di 76 pagine da sottoporre a Regione e Ateneo. Il progetto ha sollevato le proteste del professor Giorgio Palù, direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare, che ha notato: «Riprende quello da me elaborato nel 2011, approvato all’unanimità delle Facoltà ma non dal rettore Zaccaria». E sono volate scintille con Ferrara e Zaccaria: Palù li ha accusati di aver riproposto lo stesso modello «per fini elettorali» (elezioni del rettore, ovviamente).
M.N.M. – Il Corriere Veneto – 26 febbraio 2015