La contaminazione da Pfas, le sostanze chimiche usate per rendere impermeabili carta, tessuti e stoviglie, riguarda anche le falde acquifere di Cologna. A dirlo sono i documenti che la Regione ha inviato al circolo di Legambiente Perla blu. Si tratta di analisi effettuate dall’Ulss 20, a dicembre 2014, secondo le quali due degli otto pozzi controllati presentano quantità di Pfas nettamente superiori ai limiti-obiettivo ritenuti consigliabili dall’Istituto superiore di sanità.
Pur tenendo conto che nè l’unione Europea, che pure in merito ai Pfas aveva avviato un monitoraggio in tutti i paesi membri, nè il Governo ed il Parlamento italiani, hanno sinora stabilito i limiti entro i quali queste sostanze sono tollerabili nell’acqua per il consumo alimentare, le analisi degli ambientalisti parlano chiaro. In un pozzo in centro, in piazza Vittorio Veneto, e in uno a ridosso del capoluogo, in località San Michele, è stata riscontrata una presenza di inquinanti chimici in quantità molto elevata, anche di più del cento per cento, rispetto ai parametri indicati dall’Istituto superiore di Sanità.
Parametri che, va detto, vengono da un organismo autorevole ma non legiferante. «Certo, questi dati sono preoccupanti», dice il rappresentante dell’organizzazione ambientalista Piergiorgio Boscagin, «anche se va detto che la Regione, in risposta ad una nostra richiesta, ci ha comunicato sinora poche analisi. Quello che stupisce è che siano state rilevate presenze significative di inquinanti sia in pieno centro del paese che in un’area estema». Recentemente il sindaco di Pressana Stefano Marzotto aveva reso noto che, nel territorio del suo Comune, nessuno dei pozzi controllati presentava quantità di Pfas significative. Le analisi d’oggi mostrano, per contro, presenze non irrilevanti anche a Zimella e a San Bonifacio. D’altronde, nel Basso vicentino, nell’area a maggiore contatto con l’azienda di Trissino che secondo l’Arpav sarebbe responsabile dell’inquinamento, i sindaci hanno emesso decine e decine di ordinanze di divieto di utilizzo dei pozzi ed Acque Veronesi sta investendo milioni per trattare l’acqua che preleva ad Almisano e distribuisce negli acquedotti di 13 Comuni del Colognese e del Legnaghese, oltre che di altre municipalità Benché e Padovane. Acqua che è ufficialmente potabile. Sempre nel Vicentino, poi, sta per partire un monitoraggio della salute degli abitanti che si svolgerà, da marzo, con prelievi di sangue. Intanto ai Pfas sarà dedicato un convegno organizzato dagli ambientalisti, con il patrocinio dei Comuni di Cotogna e Pressana, che si svolgerà giovedì 26 al Teatro comunale di Cologna e nel quale veranno presentati dati sulla mortalità degli abitanti del territorio e verrà lanciata un’analisi epidemiológica.
L’Arena – 22 febbraio 2015