Vagava senza meta lungo un’autostrada slovena, ma grazie al microchip, regolarmente installato, è stato restituito al proprietario che si trovava in Croazia. E’ la storia a lieto fine di Maxi, Maltese di 3 anni, smarrito dal proprietario nei pressi di Rijeka (Fiume) domenica 8 febbraio 2015.
L’animale è stato notato da un cittadino italiano residente a Rovereto e in viaggio in Slovenia che, allarmato, lo ha salvato e riportato con sé in Italia assegnandolo alle cure del canile e dei servizi veterinari di Rovereto.
Il cane risultava regolarmente in possesso di microchip ma non registrato all’interno della Banca dati dell’Anagrafe Animali d’Affezione italiana. I primi 3 numeri dei 15 contenuti nel microchip, che identificano o lo Stato di provenienza o il produttore del chip, hanno evidenziato la provenienza croata dell’animale. I trasponder in dotazione dei servizi veterinari sono, infatti, in grado di leggere qualsiasi tipo di microchip prodotto e installato nel territorio dell’unione europea.
Attraverso l’Ufficio Veterinario per gli Adempimenti Comunitari (UVAC) del Trentino, l’Ufficio VIII della direzione della Sanità animale del Ministero della Salute, punto di contatto per i movimenti degli animali all’interno dell’UE, ha immediatamente interpellato gli uffici del Ministero croato che si occupano di salute animale e, consultando l’anagrafe canina croata, è stato possibile in breve risalire al proprietario dell’animale e contattarlo per la restituzione.
Il padrone, accorso in Italia, ha così potuto felicemente riabbracciare il proprio amico a quattro zampe.
Una testimonianza concreta di quanto una corretta registrazione e identificazione degli animali d’affezione possa fare la differenza sul loro destino in caso di smarrimento, furto o abbandono.
Fonte: Minsalute – 18 febbraio 2015