In una nota del sostituto procuratore di Ancona Gubinelli vine definito “inutile, anzi controproducente il coinvolgimento del Servizio veterinario dell’Asl” nelle indagini sui reati contro gli animali. Netta la replica del presidente Fnovi Penocchio con una lettera esposto indirizzata al Capo della Procura di Ancona: si tratta di un’affermazione arbitraria e dunque errata e censurabile
In una nota diramata dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Ordinario, Dr. Paolo Gubinelli, a proposito delle “Tecniche di indagine in materia di reati contro gli animali” si legge che: “Non è necessario, e spesso è anzi controproducente per le indagini, che venga coinvolto il Servizio veterinario dell’ASUR, al fine di redigere certificati di buona o cattiva salute degli animali, che potranno solo attestare situazioni fisiche apparenti, come visto ormai praticamente ininfluenti a seguito della normativa vigente. Il sequestro è infatti di attività di P.G., che va compiuta solo da soggetti a ciò abilitati, senza interferenze da parte di organi ad altro deputati”.
Per la FNOVI l’affermazione del PM di Ancona è arbitraria e dunque errata e censurabile e chiede al Procuratore della Repubblica di Ancona di eseguire le verifiche di competenza per individuare e perseguire le responsabilità che risultassero da questi accertamenti.
Nella nota a sua firma il Presidente Penocchio stigmatizza che l’estensore del documento in commento “non tiene in alcun modo conto delle funzioni del servizio veterinario e della circostanza che, al mutamento della coscienza sociale nel rapporto con gli animali – così ben descritto nell’incipit – corrisponde una rinnovata centralità della figura del medico veterinario, cui compete la completa valutazione di stato di salute e di benessere, disagi fisici ed etologici e anche della certificazione di reali condizioni di maltrattamento degli animali”.
Quindi prosegue sottolineando che “il ruolo del veterinario, per formazione, è imprescindibile in forza proprio della competenza che lo contraddistingue, fondamentale nel riconoscimento e nella certificazione dei casi in cui venga compiuto un maltrattamento e lo stesso possa essere perseguito per legge. Tali affermazioni trovano conferma non solo nelle specifiche competenze affidate al medico veterinario ma anche nella istituzione di un Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Veterinaria forense ( Decreto del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali del 18 giugno 2009) con l’obiettivo, tra gli altri, di tutelare la salute e il benessere degli animali”.
A conclusione del suo intervento il Presidente FNOVI ribadisce “che lo scopo delle indagini relative a maltrattamenti sia quello di raccogliere le prove del reato commesse, individuare il colpevole, incriminarlo e portarlo in giudizio e che il modo migliore per giungere ad una sentenza appropriata sia quello di coinvolgere i veterinari in ogni grado dell’iter processuale”.
autore: Ufficio stampa Fnovi – 10 febbraio 2015