Un test, non invasivo e a bassissimo costo, per la diagnosi delle malattie umane da prioni, patologie neurodegenerative non curabili tra cui la variante più nota alle cronache è quella trasmessa all’uomo attraverso l’assunzione di carne di bovini affetti dal cosiddetto «morbo della mucca pazza».
È il lavoro «da podio» messo a punto dai ricercatori del team della Clinica neurologica dell’università di Verona diretta da Salvatore Monaco, che è valso loro il terzo posto nella classifica stilata da Anthony Stephen Fauci, direttore dell’Istituto Nazionale delle Malattie allergiche e infettive degli Istituti nazionali di Sanità degli Usa (National Institutes of Health, Nih): un elenco delle migliori ricerche condotte nel 2014 da scienziati di tutto il mondo che, grazie a investimenti pubblici, hanno segnato grandi progressi nella ricerca biomedica e nella scienza.
E tra le prime tre, appunto, figura quella del gruppo composto da Gianluigi Zanusso, Matilde Bongianni, Giovanni Tonoli, Michele Fiorini, Sergio Ferrari e Salvatore Monaco, che ha rappresentato il motore della ricerca internazionale (svolta in collaborazione con i ricercatori dell’Nih e con l’Istituto Superiore di Sanità italiano) che ha portato a sviluppare il test per diagnosticare in maniera semplice e low cost le malattie umane da prioni, tra cui la forma sporadica della malattia di Creutzfeldt-Jakob (Mcj) e la variante della Mcj nota per la trasmissione all’uomo in seguito ad esposizione a materiale infetto proveniente da bovini affetti da Bse, l’encefalopatia spongiforme bovina.
Si tratta di un semplice brushing nasale, un prelievo effettuato introducendo un tampone nella cavità nasale e, sotto la guida di un fibroscopio, raggiungendo l’apice della volta nasale, dove sono localizzati i neuroni olfattori.
Un sistema innocuo, non invasivo, che non comporta danni alla funzione dell’odorato e può essere ripetuto a distanza, disponibile al mondo solo alla Clinica neurologica di Verona diretta da Monaco. E un lavoro, pubblicato sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine, le cui potenziali ricadute includono lo studio della progressione di gravi malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson e l’Alzheimer.
«Siamo onorati», commenta Monaco, «di occupare il terzo posto nella classifica dei migliori contributi scientifici del 2014 stilata da Fauci. Ancor più perché è stato dato ulteriore rilievo al valore scientifico della scoperta e alle sue reali e potenziali applicazioni. I lavori che occupano i primi due posti della classifica includono studi sul vaccino per il virus Ebola e la prevenzione dell’infezione da Hiv, malattie che hanno una rilevanza epidemiologica e implicazioni sulla salute pubblica molto maggiori rispetto alle malattie da prioni».
E conclude: «Questo è ulteriore motivo di orgoglio per il nostro gruppo e anche per la Fondazione Cariverona che ha supportato il progetto».
Elisa Pasetto – L’Arena – 31 gennaio 2015