Vendeva prodotti alimentari scaduti, falsificando con un’etichetta la data di scadenza: denunciato per frode in commercio il proprietario di un negozio ampezzano.
Tutto è scaturito da una scoperta casuale: un poliziotto in forza al Commissariato di Cortina, fuori dall’orario di servizio, era capitato nel negozio per comprare una salsa, ma una volta arrivato a casa si era accorto di un’etichetta anomala in corrispondenza della data di scadenza del prodotto.
Così, staccandola, ha scoperto che sotto c’era un’altra data, quella stampata dal produttore. La salsa era scaduta da qualche mese e così il poliziotto ha fatto rapporto sulla scoperta ai superiori. Altri poliziotti sono stati mandati in borghese ad acquistare un’altra confezione della stessa salsa, e dato che anche questa riportava un’etichetta contraffatta, si è cercato di capire se la modifica fosse stata apportata dal negoziante o dal produttore. Così gli uomini del Commissariato sono andati in un negozio di Brunico (Bolzano), dove hanno osservato che le confezioni di salsa identiche a quelle acquistate a Cortina avevano la regolare dicitura di scadenza impressa.
A quel punto, è scattato l’avviso al personale tecnico dell’Usl 1 per un controllo su tutta la merce del negozio di Cortina. Sugli scaffali, oltre a due confezioni di salsa con l’etichetta incriminata, c’erano altri 107 prodotti alimentari (molti dei quali deperibili) con la data di scadenza modificata.
Il negoziante ha ammesso di aver utilizzato una bilancia elettronica per stampare le etichette con la falsa data di scadenza, dichiarando che di recente aveva avuto guadagni molto ridotti a causa della crisi e che quindi aveva pensato a questo espediente per tirare avanti. Il commerciante è stato denunciato e tutti i prodotti incriminati sequestrati.
Intanto il caso scuote Ascom-Confcommercio. Il referente del settore alimentare, Andrea Dal Pont, ha sollevato un problema a latere della questione. «Non so chi sia il collega, sicuramente ha sbagliato e mi dispiace – ha commentato – Però anche noi negozianti siamo succubi del sistema. Mentre prima avevamo delle scadenze a 30 giorni, adesso ce le ritroviamo a 15 o a 20 giorni perché, vuoi per la crisi o per la sovrabbondanza di produzione, le industrie non riescono a smaltire le confezioni e allora accorciano i tempi di scadenza per forzare le vendite».
Il sindaco di Cortina Andrea Franceschi ha giudicato con severità la trovata del negoziante. «Fatti del genere danneggiano il buon nome del nostro commercio, che nel tempo si è dimostrato corretto e rispettoso delle leggi – ha spiegato – A Cortina i controlli sono frequenti e così si scoprono cose che altrove forse non verrebbero a galla. E di questo ringrazio le forze dell’ordine: stanando i comportamenti scorretti, migliorano la vita in paese».
Il Corriere del Veneto – 1 febbraio 2015