Nove proscioglimenti ieri mattina in udienza preliminare riguardante i 76 dipendenti degli uffici di Rovigo della Regione indagati per truffa aggravata allo Stato, che per il pm di Rovigo Sabrina Duò si sarebbero assentati dal loro posto di lavoro in modo indebito.
A seguito di nuove indagini l’accusa ha verificato che nove indagati non avevano nemmeno un’ora di assenza dal posto di lavoro, per cui ha chiesto il proscioglimento che il giudice per le udienze preliminari Pietro Mondaini ha accolto. Un decimo indagato nel frattempo è deceduto, e quindi la sua posizione è automaticamente decaduta. L’udienza preliminare va avanti per i rimanenti 66 indagati, cinque dei quali hanno chiesto di poter essere giudicati con rito abbreviato. I prossimi appuntamenti saranno il 5 marzo, il 12 e il 20. Per l’avvocato Luigi Migliorini, che difende uno dei nove prosciolti, «non è stato un risultato difficile da ottenere perché ormai non c’era più nessuna imputazione». La Regione si è costituita parte civile.
Stando all’indagine, partita a inizio 2010 con un circostanziato esposto di un impiegato degli uffici rodigini della Regione i suoi colleghi, un centinaio circa, per diversi mesi avrebbero timbrato regolarmente i loro cartellini, salvo poi uscire dalle rispettive sedi anche per diverse ore. Questo per fare la spesa, oppure per svolgere impegni privati sempre durante l’orario di lavoro. La conseguenza più diretta e immediata di questo, secondo l’impostazione della Procura, si è vista nei tempi di smaltimento delle pratiche burocratiche di competenza degli uffici della Regione a Rovigo. Ovvero Genio civile in larghissima parte più l’Ispettorato dell’agricoltura e l’Urp.
Una volta arrivati gli avvisi di chiusura indagini nella primavera 2012, però, il fascicolo ha avuto una strada a dir poco difficile. Nell’aprile 2013 il Gup Carlo Negri aveva restituito gli atti al pm perché a suo avviso nel capo d’imputazione non veniva «correttamente individuato il danno» che sarebbe stato provocato dagli indagati, e che l’accusa non era stata «chiara sotto il profilo materiale del danno». Il sostituto procuratore aveva immediatamente presentato ricorso in Cassazione per «abnormità», ovvero per la supposta genericità delle motivazioni addotte, contro la decisione del Gup. A settembre di quell’anno, poi, il Gup Negri aveva assolto, perché il fatto non sussiste, l’impiegato A.S., unico tra tutti gli imputati ad aver chiesto un rito alternativo come l’abbreviato. Accusato di nove episodi di presunto assenteismo in tre settimane, a carico di A.S. non erano emerse prove che il suo comportamento avesse creato un danno economico alla Regione. Ieri i nove proscioglimenti.
Corriere del Veneto – 28 gennaio 2015