I virus influenzali nei suini non sono associabili ai ceppi della variante di influenza H1N1 che stanno interessando in questi giorni la popolazione. Inoltre l’influenza suina non contagia l’uomo, anzi, potrebbe accadere il contrario. Da escludersi quindi qualsiasi collegamento tra influenza suina e umana
“L’influenza suina non contagia l’uomo, anzi, potrebbe accadere il contrario. È dunque improprio parlare di influenza in questi termini. I suini italiani godono di ottima salute”. È quanto precisa il ministero della Salute in merito a quanto diffuso in questi giorni da organi di informazione sulla diffusione della variante dell’influenza definita, in modo improprio, suina.
Al momento, precisa il ministero in una nota, i contano 50 persone in terapia intensiva su milioni di casi. Numeri che rientrano nelle normali statistiche. Inoltre i virus influenzali che circolano abitualmente nei suini non sono associabili ai ceppi della variante di influenza H1N1 che stanno interessando in questi giorni la popolazione a livello nazionale.
I risultati dei controlli dell’Iss hanno evidenziato come sia più facile che questo virus, di origine animale ma oramai da tempo diffuso nella popolazione umana, si trasmetta semmai dall’uomo al suino. È da escludersi quindi qualsiasi collegamento tra influenza suina e umana.
“Il virus H1N1 si diffonde da uomo a uomo ormai da 5 anni – conclude il ministero – già nel 2009, all’atto della sua comparsa, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità Animale (OIE) aveva rilevato come la variante H1N1 ceppo California non fosse stato isolato negli animali. Già allora il nome di “influenza suina” non era corretto e per questo motivo era stato suggerito di definire tale pandemia “influenza nord-americana”.
Coldiretti. Bene la nota del ministero della Salute sull’influenza stagionale H1N1
“Sarebbe stato meglio fare attenzione da subito, ma ben venga la precisazione del Ministero della Salute che “scagiona” i suini dalla responsabilità del virus dell’influenza stagionale”. Lo dice Coldiretti Veneto ricordando la definizione corretta del “ceppo influenzale H1N1” patologia erroneamente abbinata ad un origine animale che ha tratto in inganno i consumatori veneti. Coldiretti accoglie positivamente la nota del Ministero della Salute che interviene sulla patologia assicurando che non c’è collegamento alcuno sulla trasmissione del virus dal suino all’uomo. Di conseguenza gli allarmismi generati in merito al consumo di carne di maiale sono del tutto infondati e dunque i cittadini possono tranquillamente cibarsi di salami, prosciutti, braciole, arista e altri pezzi in assoluta tranquillità sicuri dei metodi di allevamento di alta qualità e sicurezza con cui gli imprenditori agricoli conducono le aziende zootecniche e il lavoro di controllo dei veterinari fino al momento della macellazione. Nel 2009, all’atto della sua comparsa, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità Animale (OIE) aveva rilevato come la variante H1N1 ceppo California non fosse stato isolato nel mondo animale. Già allora il nome di “influenza suina” non era corretto e per questo motivo era stato suggerito di definire tale pandemia “influenza nord-americana”.
21 gennaio 2015