Franco Pepe. Sei quintali di carne e pesce in pessime condizioni igieniche sequestrati e distrutti. Una trattoria sulla strada Postumia, zona Anconetta, chiusa d’autorità per due giorni. Una pesante sanzione in arrivo per il titolare che gestisce con la propria famiglia il locale. È successo alla vigilia di Natale, ma la notizia rimbalza solo ora.
L’ingente quantitativo di alimenti, soprattutto crostacei, molluschi, alici, sardine, salsicce, cotechini, braciole di maiale, polli, in parte già cotti, e in parte crudi, privi di qualsiasi indicazione sulla provenienza e delle etichette con le date di scadenza, sono stati trovati congelati in un magazzino fatiscente, fra l’altro parzialmente non autorizzato, in mezzo a materiale di vario genere. Secondo i veterinari dell’Ulss in questa specie di cantina mal tenuta, priva di requisiti igienici, si accumulavano avanzi di carne e di pesce già cucinati, non consumati, con l’intenzione probabilmente di riutilizzarli, oppure ancora da cuocere ma senza le necessarie garanzie, e forse ricongelati perché non andassero buttati e andassein fumo un possibile guadagno. Mettendo però in pericolo la salute dei clienti.
Tutto è iniziato con una segnalazione giunta ai Nas di Padova. Una donna, che la sera prima aveva cenato nel ristorante, chiamai carabinieri nel Nucleo antisofisticazione. Secondo lei, la situazione ambientale del locale lascia molto a desiderare, e il timore è che la scarsa igiene possa influire sulla sicurezza degli alimenti. I Nas intervengono ma, quando vedono il magazzino che sembra un bazaar stracolmo di masserizie e i sacchi di carne e pesce infilati alla rinfusa nel congelatore, chiamano il servizio veterinario e il Sian, il servizio igiene degli alimenti e della nutrizione. Al servizio veterinario di via Camisano è di turno proprio il coordinatore, il dottor Stefano Ferrarini, ed è lui a partire per l’ispezione. Il Sian, guidato dalla dottoressa Angiola Vanzo, invia due tecnici della prevenzione.
E la scena che si presenta agli operatori dell’Ulss è desolante. Il magazzino-ripostiglio assomiglia a uno di quei retrobottega bui e maleodoranti che si vedono nei suk medio-orientali, e tutta quella enorme massa di carne e di pesce accatastata senza ordine nei frigoriferi mette subito in guardia il responsabile dei veterinari.
Il primo controllo conferma i sospetti. La conservazione è carente, a dir poco. Nessuna certezza igienica e rischio per gli eventuali consumatori. Cozze, vongole, alici, insaccati di maiale, pezzi di pollo vengono prelevati e spediti a una ditta autorizzata per l’immediata distruzione. Ma, poi, scattano immediatamente le misure: sospensione dell’attività per 48 ore e una serie di prescrizioni: occorre bonificare pavimenti e pareti del magazzino, pulire frigoriferi e guarnizioni, sostituire scanalature arrugginite. Inoltre, si devono derattizzare e disinfestare i locali per tenere lontani i topi. Tutte cose da rimediare subito se si vuole riaprire il ristorante. Il titolare, in effetti, si da da fare e riesce a rimettere in sesto il magazzino. Il Sian concede il nulla-osta e la trattoria riprende il normale lavoro di ogni giorno, anche se ci sarà da pagare una sanzione di qualche migliaio di euro. Un identico provvedimento di chiusura temporanea ha colpito nelle scorse settimane un bar-snack della città. Anche qui due quintali di carne pressoché avariata e congelata in extremis. In un anno i veterinari eseguono 800 controlli fra ristoranti, negozi, supermercati mercati all’aperto, macelli. Otto i locali chiusi per vari periodi nel 2014. Sopralluoghi serrati pure fra i banchi e la bancarelle del commercio ambulante: «La situazione igienica è mediamente buona – spiega Ferrarini – ma la frode è sempre in agguato, e la spia deve restare costantemente accesa». Grande lavoro anche del Sian: 3 mila 381 esercizi ispezionati e 284 campionamenti di alimenti. · Nelle scorse settimane è stata imposta la sospensione anche ad un bar cittadino.
Il Giornale di Vicenza – 9 gennaio 2014