Secondo gli ultimi dati ufficiali diffusi dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), al 6 gennaio 2015 sono 20.712 le persone segnalate come infettate dal virus Ebola, mentre raggiungono gli 8.220 i morti dallo scoppio dell’epidemia. Partito per un tour in programma tra i paesi dell’Africa occidentale maggiormente colpiti dal virus Ebola il capo dell’UNMEER.
Anche se sui media Mainstream sembra essere passata la paura dell’epidemia, in Guinea, Sierra Leone e Libera il virus Ebola continua a mietere vittime. Secondo gli ultimi dati ufficiali diffusi dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), al 6 gennaio 2015 sono 20.712 le persone segnalate come infettate dal virus Ebola, mentre raggiungono gli 8.220 i morti dallo scoppio dell’epidemia. Ieri Ismail Ould Cheikh Ahmed, il nuovo capo della United Nations Mission for Ebola Emergency Response (UNMEER), è giunto in Liberia come prima tappa del tour in programma tra i paesi dell’Africa occidentale maggiormente colpiti dal virus Ebola. “Voglio visitare i paesi più colpiti non solo per vedere ciò che è già stato fatto ma per vedere cosa possiamo fare per arrivare a zero casi il più velocemente possibile” spiega Ismail Ould Cheikh Ahmed al suo arrivo a Monrovia, evidenziando che oltre a contrastare la diffusione della malattia l’ONU deve anche occuparsi di “ristabilire i servizi sociali di base, rafforzare i servizi sanitari, sostenere l’attività economica e costruire la resilienza di questi paesi”. Al 31 dicembre 2014 sette delle 15 contee della Liberia segnalavano nuovi casi di Ebola, tra cui 22 nuovi casi a Grand Cape Mount, 88 casi in Montserrado e 14 in Margibi. Oggi Ismail Ould Cheikh Ahmed si recherà proprio a Grand Cape Mount, prima di partire alla volta della Sierra Leone e della Guinea, chiarendo: “L’ONU ha bisogno di prestare particolare attenzione alle zone di confine”.
Mainfatti – 7 gennaio 2015