Dopo un percorso parlamentare tormentato da scontri, ostruzionismi e occupazioni di Aule e commissioni, ieri l’inedito Milleproroghe estivo è arrivato al traguardo dell’approvazione finale in Senato (151 i «sì»). Nato per bloccare (fino al 31 marzo 2019) la riforma delle intercettazioni , il decreto si è subito trasformato in un omnibus.
Tariffe luce e gas
Con la sua approvazione diventa ufficiale, tra le altre cose, il rinvio di un anno (al 1° luglio 2020) dell’addio al mercato tutelato per luce e gas e per il decollo dell’Isee pre-compilato.
Rimborsi ai risparmiatori
Dall’entrata in vigore della legge di conversione approvata ieri, poi, la Consob avrà 15 giorni di tempo per avviare la procedura dei rimborsi anticipati ai risparmiatori colpiti dalle crisi bancarie che hanno ottenuto (oppure otterranno entro il 30 novembre) una pronuncia favorevole dall’Arbitro delle controversie finanziarie: a loro la regola rivista alla Camera permette di ottenere il 30% dell’indennizzo riconosciuto, con un tetto a 100mila euro pro capite, nell’attesa che entri a regime il fondo «salva-risparmiatori» istituito con la manovra 2018.
L’anticipo riguarderà circa 500 risparmiatori (380 si sono già visti riconoscere il diritto al rimborso dall’arbitro Consob), mentre per gli altri l’attesa si allunga per effetto dello stesso Milleproroghe: il calendario è stato rivisto prima al Senato e poi alla Camera, fino a far slittare al 31 gennaio prossimo i termini concessi al governo per scrivere il regolamento attuativo del fondo. Il governo ha infatti intenzione di rivedere tutto il meccanismo, ampliando la dote (da 100 a 500 milioni) e ripensando le regole soprattutto per semplificare gli obblighi documentali a carico di chi ha in portafoglio acquistati prima del 2007, quando l’entrata in vigore della direttiva Mifid ha aumentato gli obblighi di trasparenza per gli intermediari finanziari. L’obiettivo, rilanciato a più riprese dal sottosegretario all’Economia Alessio Villarosa (M5S) è quello di arrivare a «un rimborso universale, vecchi azionisti compresi», che dovrà però trovare un modo per andare d’accordo con i limiti Ue.
Vaccini
Ma a infiammare il cammino parlamentare del proroga-termini sono stati soprattutto lo stop al bando periferie, sfociato ieri nella rottura dei rapporti istituzionali fra sindaci e governo, e l’altalena sui vaccini. Con un primo ritocco, al Senato, la maggioranza aveva reintrodotto a sorpresa l’obbligo di vaccinazione nella forma del decreto Lorenzin per l’iscrizione a scuola già da quest’anno, ma un secondo correttivo ha poi esteso fino al 2019 l’autocertificazione.
Enti locali
Oltre alle periferie, il capitolo enti locali chiede di istituire un tavolo tecnico per ripensare la riforma delle Province, e rinvia di altri sei mesi l’obbligo di gestione associata delle funzioni nei piccoli Comuni. Obbligo destinato a decadere definitivamente presto.
Gianni Trovati Il Sole 24 Ore