l virus della febbre del Nilo (West Nile Virus) continua a colpire nel Veneto e la Regione corre ai ripari. In pochi giorni si è arrivati a cinque casi confermati: l’ultimo, un paziente di 77 anni di Cavarzere, ricoverato all’Ospedale di Rovigo. L’uomo – riferisce l’Ulss5 Polesana – versa in condizioni «mediamente gravi».
Dei casi che nel breve periodo si sono manifestati sul territorio, quattro sono encefaliti, forme neuroinvasive più gravi, e una febbre da infezione virale, di lieve entità. Per l’azienda sanitaria il virus «grazie alla intensa proliferazione delle zanzare sta interessando tutto il nostro territorio e quindi, potenzialmente, potrebbero crescere quest’anno molti casi di infezione umana».
Il vertice
Proprio per questo, martedì pomeriggio, nella sede della Conferenza dei sindaci del Veneto orientale, si è svolto un incontro tra il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl 4, Luigi Nicolardi, e i rappresentanti dei 21 comuni del Veneto orientale, relativamente al tema delle malattie infettive trasmesse dalle zanzare.L’incontro è stato convocato dal presidente della Conferenza dei Sindaci-Sanità, Andrea Tamai, dopo le notizie apparse sulla diffusa presenza del virus della West Nile nelle zanzare del genere Culex Pipiens.
Disinfestazione urgente
Nel corso della riunione è stato ribadito che, pur considerata l’attuale assenza di casi di malattia in persone nell’ambito di tutti i 21 comuni dell’Usl 4, è necessario rinforzare gli interventi di disinfestazione larvicidi ed adulticidi sia in aree pubbliche che private, invitando i cittadini ad eliminare i ristagni d’acqua per impedire la proliferazione delle zanzare e contemporaneamente continuare a proteggersi dalla puntura di zanzara utilizzando insettorepellenti e mezzi barriera.
Malati sotto osservazione
L’incontro si è concluso con l’impegno a garantire una costante informazione alla popolazione sulla diffusione del virus e sull’evoluzione del quadro epidemiologico locale dell’infezione. Da parte dell’Azienda sanitaria anche la necessità di mantenere attivo il sistema di sorveglianza clinica dei casi sospetti che si caratterizzano per la comparsa nel periodo estivo di febbre, dolori muscolari, mal di testa ed eventuali disturbi neurologici non riconducibili ad altre cause. (Corveneto)
Il Pd: cosa sta facendo la Regione?
“Cosa sta facendo la Regione per combattere il virus West Nile e come si sta coordinando con i Comuni?”. Lo chiede il consigliere regionale del Partito Democratico, Andrea Zanoni, che informa “di avere depositato oggi un’interrogazione a risposta scritta, che è stata sottoscritta anche dal collega Graziano Azzalin e da Cristina Guarda della Lista AMP”. “Da dieci anni stiamo facendo i conti con questa malattia infettiva trasmessa dalla puntura di zanzare – esordisce l’esponente dei Democratici – ma adesso siamo di fronte a una vera e propria emergenza. L’elenco dei casi si allunga giorno dopo giorno: l’ultimo riguarda un ultra 70enne polesano ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Rovigo. Non abbiamo però un quadro completo del numero di episodi e di dove si siano verificati”. “Comunque – continua il consigliere Dem – nel giro di un mese e mezzo, insetti positivi sono stati catturati praticamente dappertutto: Treviso, Venezia, Verona, Padova, oltre a Rovigo. Solo Belluno e Vicenza sembrano ancora immuni. Il metodo migliore per fermare la diffusione delle zanzare è quello delle disinfestazione, naturalmente evitando l’abuso di sostanze potenzialmente tossiche e dannose per ambiente e biodiversità”. “Ma per agire in maniera adeguata servono risorse – aggiunge Zanoni – soprattutto per i Comuni più piccoli. Ma non abbiamo notizie dell’azione della Regione. Non sappiamo quali misure l’Amministrazione regionale abbia messo in campo per combattere il virus, né le indicazioni e i mezzi, forniti alle amministrazioni locali, per le attività di prevenzione”. “Continuano a essere denunciati nuovi focolai – conclude Andrea Zanoni – è indispensabile informare i cittadini sui comportamenti da tenere per evitare un’ulteriore diffusione del virus, per esempio togliere l’acqua di ristagno dai sottovasi. E anche su questo fronte la Regione deve fare di più”.