Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito a Carlo Cottarelli l’incarico di formare il governo. Cottarelli si è riservato di accettare”. “Mi presenterò al Parlamento con un programma che presenti la legge di bilancio e porti il paese alle elezioni all’inizio del 2019 in caso di fiducia o dopo agosto in caso di sfiducia – afferma Cottarelli al termine del colloquio – Presenterò in tempi molto stretti la lista dei ministri. Il governo sarà neutrale, assicurerà una gestione prudente dei conti pubblici e riterrà essenziale la partecipazione dell’Italia all’area euro. Mi impegno a non candidarmi e così anche i ministri”, conclude.
L’impegno a non candidarsi. Lista ministri in tempi stretti
«Il presidente mi ha chiesto di presentarmi in Parlamento con un programma che porti il Paese a nuove elezioni», ha spiegato Cottarelli nel suo primo intervento pubblico. Se il suo governo otterrà la fiducia, ha proseguito, presenterà la legge di Bilancio per il 2019:?dopodichè il Governo si dimetterà aprendo la strada alle elezioni a inizio 2019. in caso contrario, si occuperà solo dell’ordinaria amministrazione e le elezioni si terranno a breve, «dopo il mese di agosto». Cottarelli ha poi assicurato la «completa neutralità» del governo rispetto al dibattito elettorale e il suo impegno «a non candidarmi», che verrà chiesto anche «a tutti i membri del futuro governo». I tempi per la presentazione della lista dei ministri saranno «molto stretti».
Gestione «prudente» dei conti pubblici, sì alla moneta unica
«Negli ultimi giorni sono aumentate le tensioni sui mercati finanziari, lo spread è aumentato, tuttavia l’economia italiana è in crescita e i conti pubblici rimangono sotto controllo», ha aggiunto Cottarelli, e «un governo da me guidato assicurerebbe una gestione prudente dei nostri conti pubblici». Per il presidente incaricato, «Il dialogo con la Ue in difesa dei nostri interessi è essenziale, deve essere un dialogo costruttivo, nel pieno riconoscimento del ruolo essenziale» dell’Italia. Confermata anche la «continua partecipazione all’area dell’euro».
Pur parlando d’altro, Mattarella avverte intanto che “la minaccia di violenza” resta e osserva come l’antidoto non possa che essere il rafforzamento della “sensibilità democratica” e la fedeltà “ai principi che ispirano la nostra convivenza”. Ore difficili che fanno scendere in campo a sostegno del Colle diversi esponenti della società civile ma anche del Partito democratico: via tweet Dario Franceschini invoca la necessità di ritrovare l’unità smarrita e dice “verrà il tempo del confronto interno, ma ora ogni divisione tra noi sarebbe imperdonabile”. E Carlo Calenda fa sapere di essere pronto a metterci la faccia e assicura di volersi candidare alle prossime elezioni. Il voto infatti torna ad avvicinarsi e anche Alessandro Di Battista, tra i big pentastellati, mette per iscritto di non voler mollare: ha la valigia in mano ma non appena si aprirà la campagna elettorale – assicura – farà ritorno perché si “deve credere e lottare per le proprie idee”. Che dopo l’intesa sul contratto-programma e la squadra di governo, i gialloverdi possano siglare un patto anche elettorale è una domanda che resta senza una risposta netta: “Vedremo”, dice Salvini che sembra però guardare ora in particolare agli alleati di centrodestra e soprattutto a Silvio Berlusconi: “Se vota il governo Cottarelli addio alleanza: la nota di ieri – osserva – era la stessa di Renzi”. Forza Italia, che ieri con il Cavaliere ha definito l’impeachment “irresponsabile”, chiosa per bocca del portavoce dei gruppi parlamentari azzurri Giorgio Mulè “non daremo i voti a un governo tecnico e nemmeno i Cinque Stelle, quindi un governo che nasce già minoritario”.
ANSA – 28 maggio 2018