La Commissione ha deliberato di conferire alla relatrice, Laura Castelli (M5S), il mandato a riferire favorevolmente all’Assemblea, con il voto favorevole da parte di quasi tutti i partiti. L’unico parere contrario è arrivato da Forza Italia. Nella relazione finale nessun accenno alla sanità. Sulle politiche sociali si richiama alla necessità di ulteriori inteventi, oltre l’implementazione del Rei, per via dell’alto tasso di disoccupazione. Per la ricerca, richiamate l’adozione del bando Prin e le norme per il reclutamento, stabilizzazione e rientro in Italia dei ricercatori. LA RELAZIONE
Si è concluso ieri in Commissione speciale alla Camera l’esame sul Documento di economia e finanza. La Commissione ha deliberato di conferire alla relatrice, Laura Castelli (M5S), il mandato a riferire favorevolmente all’Assemblea, con il voto favorevole da parte di quasi tutti i partiti. L’unico parere contrario è arrivato da Forza Italia.
A spiegarne le motivazioni è stato il vicepresidente di FI della Commissione speciale, Andrea Mandelli: “Il Def è l’espressione delle politiche economiche del governo Gentiloni, in piena continuità con quello Renzi. In questi anni, Forza Italia ha esercitato un’opposizione decisa a una visione economica di corto o cortissimo respiro, in cui è sempre mancato quel binomio tra taglio delle tasse e riduzione della spesa pubblica che consideriamo l’unica vera leva per lo sviluppo. Gli effetti delle politiche economiche sbagliate si vedono nella crescita inferiore agli altri Paesi europei, nell’occupazione che stenta a ripartire, nella povertà certificata anche oggi dall’Istat, in un Sud ancora in grande difficoltà e nel debito pubblico elevatissimo. Per questo Forza Italia ha votato, coerentemente, contro il mandato al relatore”.
Sul versante ricerca, il Def richiama in particolare l’adozione del bando dei progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale (Prin), che prevede un impegno complessivo di circa 390 milioni, e le norme per il reclutamento, la stabilizzazione e il rientro in Italia dei ricercatori.
Infine, riguardo i rapporti con l’Unione Europea, la relazione sottolinea come, nella scorsa legislatura, sia l’Assemblea che la Commissione bilancio si siano espresse, nell’ambito dell’esame della Proposta di direttiva del Consiglio che stabilisce le disposizioni per rafforzare la responsabilità di bilancio e l’orientamento di bilancio a medio termine negli Stati membri, contro l’incorporazione del Fiscal Compact nell’ordinamento giuridico UE con l’approvazione di due mozioni (n. 1/01627 e n. 1/01602).
Giovanni Rodriquez – Quotidiano sanità – 18 maggio 2018