L’Ape volontario, il meccanismo che permette di anticipare la pensione a 63 anni grazie ad un prestito bancario da restituire a rate per 20 anni sulla futura pensione, partirà, salvo imprevisti, solamente dal 13 aprile. A 15 mesi dall’emanazione della legge ancora non è possibile fare domanda di Ape volontario. Peraltro la certificazione inviata dall’Inps è molto poco comprensibile, non ci sono molte delle informazioni utili, in particolare manca l’indicazione del livello della pensione netta prevista calcolata dall’Inps, elemento centrale per valutare la convenienza dell’operazione. Infatti il simulatore Inps messo on line per effettuare i calcoli di convenienza richiede che l’utente introduca il livello della pensione, ma questa informazione non è in possesso dell’utente perché non è fornita dall’Inps e non è contenuta nella certificazione che l’Inps invia. Ma quello che è veramente incredibile, dopo tutto questo tempo d’attesa, è che, in pratica, chi ha maturato i requisiti dal primo maggio dello scorso anno e deve chiedere alle banche gli arretrati del prestito, avrà solo cinque giorni per compilare la procedura informativa che l’Inps rilascerà nei prossimi giorni. Mentre l’Abi ha già annunciato l’avvio del collaudo delle procedure informatiche, l’Inps ha informato che sono già presenti le certificazioni rilasciate a coloro che hanno maturato i requisiti pensionistici tra il 1° maggio e il 17 ottobre 2017 ed ha specificato, con la circolare n. 28 del 13 febbraio, che i soggetti in possesso della certificazione del diritto all’Ape possono presentare la domanda di Ape all’istituto finanziatore, per il tramite dell’Inps o attraverso un intermediario autorizzato.
Inoltre l’Inps ha sottolineato che per i soggetti che hanno maturato i prescritti requisiti nel periodo compreso tra il 1° maggio ed il 18 ottobre 2017, la presentazione della domanda a decorrere dall’ultimo mese di durata del finanziamento indicato nella certificazione comporta la perdita del diritto all’Ape. Tali soggetti, al fine di ottenere la corresponsione di tutti i ratei arretrati maturati dalla data della decorrenza dell’Ape, devono presentare la relativa domanda entro il 18 aprile 2018. Secondo la circolare Inps chi ha avuto la certificazione dei requisiti e presenta domanda dopo il 18 aprile perde gli arretrati !
Costoro dovranno, infatti, pertanto presentare la domanda entro il 18 aprile se intendono ottenere gli arretrati di Ape maturati. Il riferimento è alla norma introdotta nel Dpcm attuativo dell’Ape su richiesta del Consiglio di Stato, che prevede il diritto anche al pregresso, ovvero alle mensilità Ape a partire dal maggio 2017. Il Dpcm di attuazione dell’Ape è stato, infatti, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 ottobre 2017.
Intanto gli ultimi dati Inps riferiscono che da metà febbraio, quando è stato attivato il simulatore e aperti i termini per le domande di certificazioni, sono state effettuate circa 195mila simulazioni e richieste 18 mila certificazioni. L’ Inps avrebbe già riconosciuto a circa 5mila persone il diritto all’Ape volontario.
Ricordiamo che le domande potranno essere presentate entro il 31 dicembre 2019, stante la natura sperimentale della norma. L’Istituto di previdenza sociale ha intanto pubblicato il 5 aprile, senza che ve ne fosse ancora un’ evidente necessità, la circolare n. 62 sui nuovi requisiti di pensionamento che scattano dal 1 gennaio 2019 per l’adeguamento automatico alla speranza di vita. Il documento ricorda l’aumento previsto di cinque mesi per i requisiti per l’uscita dal lavoro e spiega il nuovo metodo di calcolo per gli aumenti legati all’aspettativa di vita che dal 2021 saranno biennali e non potranno superare i tre mesi ogni volta. L’Inps spiega che dall’anno prossimo si potrà andare in pensione anticipata rispetto all’età di vecchiaia solo con 43 anni e tre mesi di contributi (42 anni e tre mesi se donna). Dal 2019, sottolinea ancora l’Inps, si andrà in pensione di vecchiaia con almeno 67 anni di età se si hanno almeno 20 anni di contributi o con 71 se si ha il primo accredito contributivo dopo il 1996 e si hanno meno di 20 anni di contributi ma comunque più di cinque.
di Claudio Testuzza – Il Sole 24 Ore – 10 aprile 2018