Il Gazzettino pubblica oggi un servizio a firma di Angela Pederiva sull’età elevata dei medici in servizio nelle aziende sanitarie del Veneto e sulle conseguenze che ne deriveranno nel giro di pochi anni. I camici bianchi del Veneto sono sempre più anziani. A dirlo è l’indagine della Fp Cgil e della Fp Cgil Medici, prendendo in esame i dati del conto annuale della Ragioneria dello Stato. Fra il 2010 e il 2016 l’età media degli ospedalieri è aumentata di almeno 18 mesi e attualmente quasi la metà ha più di 55 anni, mentre gli under 40 sono meno di un sesto del totale. Guardando ai “vecchi” del mestiere, i medici al lavoro tra i 60 e i 64 anni di età sono 1.332 e cioè il 18,89% del totale. Leggi il servizio del Gazzettino Medici in Veneto sempre più anziani
Il rischio, secondo il sindacato, riporta il quotidiano veneto, è che nel giro di un decennio la miscela di pensionamenti massicci e mancato ricambio possa portare il sistema sanitario al collasso.
VECCHI E GIOVANI Guardando ai “vecchi” del mestiere, i medici al lavoro tra i 60 e i 64 anni di età sono 1.332 e cioè il 18,89% del totale. Una quota che, considerando anche i camici bianchi che superano i 55 anni, sale a 2.862 unità e dunque al 40,58%. con il record del 47,87% a Rovigo. «Desta forte preoccupazione – osservano i sindacalisti – il fatto che circa la metà del personale medico nei prossimi dieci anni raggiungerà i requisiti per il pensionamento. Tutto questo rischia, se non adeguatamente accompagnato, di creare grandi difficoltà, sia per la tenuta dei servizi che per il passaggio di competenze». L’altra faccia del problema è infatti rappresentata dalla scarsità di giovani in servizio: sono solo 1.160 gli ospedalieri con meno di 40 anni, vale a dire il 16,45% del personale, un dato medio che crolla al 14,65% nell’Ulss 3 Serenissima, al 13,42% in Polesine e addirittura al 12.68% nel Padovano, a cui va aggiunto l’esiguo dato assoluto dell’Ulss 7 Pedemontana, dove i trentenni sono in tutto 53.
L’ALLARME Di fronte a questi numeri, la Cgil lancia l’allarme: «Non è possibile pensare di avere un sistema sanitario efficiente e di qualità con personale che aumenta di anzianità anagrafica e carichi di lavoro. È bene ricordare che in questo settore il personale lavora su turni di 24 ore». Giordano e Rovere rivolgono quindi un appello sia a Roma che a Venezia, affinchè intervengano sul piano dei contratti e delle assunzioni: «Servono a tutti i livelli interventi urgenti per costruire un vero progetto sociosanitario che prenda in carico i cittadini e sia in grado di rispondere ai bisogni sempre crescenti della popolazione che, come tutti sappiamo, sta rinunciando con numeri sempre più alti alle cure. Investire sui lavoratori, sui professionisti della sanità, vuole dire investire sulla qualità della vita di tutti i cittadini». (Fonte Angela Pederiva – Il Gazzettino)
3 aprile 2018