Chiara Baldi. Un distacco di 27 punti e un solo punto fermo, sempre lo stesso da 23 anni: la Lega in Lombardia resta al comando per altri cinque. Attilio Fontana, leghista ex sindaco di Varese e candidato del centrodestra, quando lo scrutinio dei 9227 seggi lombardi è poco più che al 30 per cento, si attesta al 53,5 per cento. Lo sfidante Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e nome intorno al quale il Pd in ogni caso non è riuscito a fare quadrato con i fuoriusciti di Liberi e Uguali, appena al 26,3 per cento. Una débâcle decisamente non prevista per i democratici che, nel 2013, con Giorgio Ambrosoli avevano ottenuto il 38 per cento, contro il 42 di Roberto Maroni.
Proprio in linea con l’ex presidente lombardo, Fontana in conferenza stampa da via Bellerio ha voluto rassicurare tutti: «In Lombardia continueremo il governo del centrodestra degli ultimi 23 anni, ma con la grande novità della riforma per l’autonomia». E ha aggiunto: «Ci saranno rapporti con i membri della maggioranza ma anche con molti membri dell’opposizione con i quali ho già interloquito». Un’apertura, insomma, che con Maroni era mancata.
Con l’affluenza al 73,07 per cento dei 7,9 milioni di lombardi aventi diritto, pur rafforzandosi, non sfondano i Cinque Stelle che, con Dario Violi, ex consigliere regionale, si attestano al 16,4 per cento: cinque anni fa, alla prima candidatura, avevano di poco superato il 12. Inesistente invece la sinistra. Da una parte Liberi e Uguali con il candidato Onorio Rosati ottiene solo l’1,68 per cento, dall’altra Sinistra Unita di Massimo Gatti supera di poco lo 0,6. La candidata di CasaPound Angela De Rosa ottiene uno 0,9 in linea con il voto nazionale.
Ma il voto più interessante è Milano che a livello nazionale si dimostra roccaforte della sinistra: qui il Pd ottiene quasi il 27 per cento, +Europa l’8, mentre la coalizione centrodestra è in vantaggio di un solo punto, con il Movimento Cinque Stelle fermo al 17,8 per cento. Un trend che però rischia di non essere confermato in regione, come ha spiegato Gori: «Il dato così forte del centrodestra che ha caratterizzato nel nord Italia il voto politico lo ritroviamo tutto nel voto regionale». E quando in città c’è una sola sezione scrutinata, con Fontana al 42 e Gori al 31, la tendenza nazionale sembra in effetti perfettamente replicata.
La Stampa – 6 marzo 2018