I primi dati sull’attività del Polo unico di tutela delle malattie che, dallo scorso settembre, ha affidato a Inps la competenza esclusiva a gestire le visite mediche di controllo anche per l’82% dei lavoratori pubblici sembrano parlare chiaro: un effetto deterrenza c’è stato. Nell’ultimo quadrimestre 2017 sono calati del 13,1% i certificati medici dei lavoratori pubblici e si sono ridotti del 10,6% i giorni di malattia, una variazione minore dovuta al fatto che sono calati di più i certificati brevi.
Il raffronto è con l’ultimo quadrimestre del 2016. In termini relativi risulta che i lavoratori con almeno un giorno di malattia sul totale sono passati, nella Pa, dal 33% del 2016 al 29% del 2017. Ma sono un po’ tutti positivi gli indici offerti dal primo Osservatorio statistico sul Polo unico pubblicato ieri sul sito Inps e che apre una nuova serie delle raccolte sulle prestazioni. Cala il numero medio dei certificati dei lavoratori pubblici: si passa dai 7 ogni 10 dipendenti del 2016 ai 6 certificati ogni 10 del 2017, mentre nel settore privato (dove però l’età media è più bassa) la media rimane a 4 certificati ogni 10 lavoratori.
Ieri, illustrando queste prime evidenze, il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha affermato che il Polo unico «tutela i lavoratori e scoraggia i comportamenti opportunistici». Secondo il numero uno dell’Istituto le nuove competenze sui controlli hanno avuto «effetti importanti sui comportamenti, come dimostra il calo dei certificati di breve durata, quelli che spesso vengono presentati alla fine o all’inizio della settimana, quando si concentrano le azioni più opportunistiche». Minori assenze, insomma, a beneficio della produttività dei comparti pubblici interessati (tutti tranne la difesa e la sicurezza), con la prospettiva di un allineamento delle durate medie delle malattie registrate tra pubblico e privato.
Inps può effettuare visite di controllo sia su richiesta delle amministrazioni che trasmettono i certificati sulla piattaforma on line (superando la richiesta via fax ai medici delle Asl) sia d’ufficio. Dal debutto del Polo unico sono stati fatti controlli domiciliari per i dipendenti pubblici di poco inferiori ai privati assicurati (144 mila nel pubblico e 178 mila nel privato), pur in presenza di un numero di certificati medici di gran lunga inferiore (1,7 milioni rispetto a 4,3 milioni). A valle di queste verifiche è risultato un tasso di idoneità (che misura le visite che hanno dato constatato l’idoneità per il ritorno in ufficio rispetto al numero di visite effettuate) maggiore nel pubblico rispetto al privato: 38% contro il 34 per cento. «Si tratta di un sistema che lavora con un algoritmo che consente di selezionare le visite e affinare sempre più le nostre verifiche» ha spiegato Boeri.
Con l’occasione della presentazione di questi dati, il presidente dell’Inps ha aggiornato sull’affluenza delle domande di certificazione per l’Ape volontario (ora sono 8.500) e annunciato che alla prima sessione del concorso per 365 funzionari si sono presentati 2.362 candidati sui 5.600 che avevano i requisiti chiesti per l’accesso alla prova della mattinata (per il concorso nel complesso i candidati erano oltre 22.000 divisi in quattro sessioni, ndr), siamo oltre il 40%, «sono contento – ha concluso Boeri – è un dato più alto rispetto a quello che si è registrato per concorsi di questo tipo». Boeri ha infine detto che l’Istituto è stato autorizzato per altre 730 assunzioni, che verranno assunte «a scorrimento da questo concorso».
Davide Colombo – Il Sole 24 Ore – 28 febbraio 2018