Non se ne salva una: né l’adeguatezza della sede provvisoria, né l’agenda dei costi e neppure la scaletta della tempistica per la costruzione della sede definitiva ad Amsterdam dell’Agenzia europea del farmaco (Ema).
Ora si capisce meglio perché, al termine della riunione straordinaria tenutasi il 6 febbraio a Londra, gli stessi vertici dell’Ema hanno emesso un sibillino comunicato stampa nel quale la questione finanziaria appare comunque in tutta la sua prorompenza. «Come primo passo del processo di approvazione della costruzione della nuova sede – aveva affermato il board dell’Ema – abbiamo discusso di alcuni elementi chiave del dossier che deve essere presentato all’Autorità di bilancio, Consiglio e Parlamento europeo e abbiamo chiesto informazioni aggiuntive per aggiornare le procedure nel più breve tempo possibile (…) Ema può adempiere ai propri obblighi contrattuali sulla base dell’assenso dell’Autorità di bilancio».
Ciò che il board dell’Ema non poteva comunicare all’esterno è che nelle stesse ore in cui veniva emesso quel comunicato stampa, nella sede londinese dell’Agenzia circolavano report riservatissimi che mettevano in dubbio trasparenza e bontà delle procedure.
Alcuni dossier mettono pesantemente in discussione la qualità della scelta della soluzione provvisoria (giunta, oltretutto, dopo che l’Olanda aveva indicato in precedenza altre due sedi bocciate per la loro palese inadeguatezza) e avanzano grandissimi dubbi sul rispetto della tempistica indicata per la costruzione del Vivaldi Building ad Amsterdam.
Fino al 6 febbraio era stato più volte ribadito dall’Olanda che l’edificio sarebbe stato pronto «entro il 2019» mentre nel corso della riunione del board dell’Ema a Londra, al quale hanno partecipato anche dirigenti dei ministeri della Salute olandesi e italiani, è stata per la prima volta indicata una data di inizio e fine dei cantieri. L’Olanda avrebbe assicurato che i lavori – per i quali è in corso di messa a punto la procedura di gara – dovrebbero iniziare (salvo contrattempi) a luglio di quest’anno per terminare a metà novembre 2019. In tutto 20 piani per 30mila metri quadrati di superficie che però, e questa è una novità che sta emergendo in queste ore, non comprenderebbero i parcheggi visto che, alla luce della ristrettezza dei tempi, scavare in profondità è stato al momento escluso, pena un prolungamento della tempistica e una lievitazione dei costi.
Un dossier, in particolare, ha inoltre messo in evidenza l’incremento dei costi di locazione da parte del governo olandese (rispetto all’offerta originaria), oscillante intorno a 3,5 milioni. Secondo alcune fonti, a questo punto, il contratto di affitto proposto dovrebbe lievitare a 13,5 milioni rispetto ai 10 inizialmente proposti. L’aumento si giustificherebbe con non meglio precisate “spese di installazione”. Questo, oltretutto, è uno degli aspetti secretati nel dossier depositato dall’Olanda, mentre Milano aveva messo in chiaro la propria cifra di affitto: sette milioni all’anno a regime dal 2022, vale a dire la metà di quanto viene attualmente pagato dall’Agenzia a Londra.
Il capitolo del nuovo edificio dell’Agenzia del farmaco ad Amsterdam è uno dei punti centrali dei ricorsi inviati nei giorni scorsi dal comune di Milano (e curati dall’avvocato Francesco Sciaudone dello Studio Grimaldi) alla Commissione, al Parlamento europeo e al Tribunale dell’Unione europea. Nei ricorsi si ricorda che nelle pagine secretate del dossier di Amsterdam venivano offerti due edifici temporanei in attesa della costruzione della sede definitiva: il Tripolis, a Burgerweeshuispad 200 e 300, e l’Infinity Business Center, in Amstelveenseweg 500, scelti per la loro prossimità al Vivaldi Building. Ma che poi né Tripolis né Infinity sono risultati idonei come sede transitoria, per cui l’Olanda ha proposto all’Ema un nuovo edificio, lo Spark Building, che non era presente nel dossier di candidatura.
«La questione va riposta al centro dell’attenzione del Paese – ha detto ieri il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, intervenendo alle Assise generali dell’associazione imprenditoriale a Verona –. La questione Ema deve essere ripresa e riproposta al centro del dibattito di un Paese che non deve subire solo le regole ma invocare il rispetto e la reciprocità delle regole, come si invoca la reciprocità e il rispetto dell’austerità». Mentre il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ribadisce che «gli olandesi sono stati sleali nei confronti dei cittadini europei promettendo qualcosa che sapevano non essere nelle loro disponibilità. Pensate se lo avessimo fatto noi».
Ora si attende la missione che la delegazione della commissione Ambiente dell’Europarlamento compirà ad Amsterdam giovedì prossimo. «Chiederò di avere informazioni sicure sui costi effettivi e sui tempi di realizzazione dell’edificio – dichiara Piernicola Pedicini (M5S)al Sole 24 Ore – e, soprattutto, se questi costi sono compatibili con quelli dichiarati durante la fase di presentazione dell’offerta. Nel caso in cui non avessimo sufficienti rassicurazioni sui requisiti essenziali della proposta olandese, percorreremo tutte le strade possibili affinché venga dato il giusto peso alla candidatura della città di Milano. Sarà mia cura – prosegue Pedicini – anche chiarire la responsabilità del governo italiano nel non aver chiesto delucidazioni sulla proposta di Amsterdam al momento opportuno».
Il Sole 24 Ore – 17 febbraio 2018