Continua a crescere l’offerta di prodotti vegani, acquistati sempre più spesso anche dai consumatori che non abbracciano uno stile di vita senza carne, pesce e derivati, nella convinzione che si tratti di cibi più sani e soprattutto naturali. Ma è davvero così? Se lo sono chiesto i giornalisti della rivista francese 60 Millions de consommateurs, che hanno analizzato le liste degli ingredienti e le dichiarazioni nutrizionali dei cibi vegani in vendita nei supermercati d’oltralpe.
Secondo quanto riportato dal magazine francese, la reputazione di prodotti sani e naturali dei cibi vegani non regge all’esame delle etichette. Nella maggior parte dei casi per riprodurre un prodotto “onnivoro” in chiave vegana si usano numerosi additivi e aromi, necessari per riprodurre le caratteristiche sensoriali delle componenti di origine animale. In questi alimenti, per esempio, il formaggio viene spesso sostituito da una miscela di amidi e oli vegetali, con stabilizzanti e aromi, per dare un sapore accettabile. Oltre agli ingredienti poco “naturali”, spesso i prodotti vegani presentano squilibri da un punto di vista nutrizionale. In particolare, contengono spesso troppi zuccheri e poche proteine.
Un’altra nota dolente è il prezzo. I prodotti vegani possono arrivare a costare più del doppio dei loro omologhi convenzionali. Le aziende giustificano questi importi con le minori quantità di prodotto lavorate, l’uso di ingredienti più costosi e la messa in funzione di nuovi processi produttivi, che richiedono un investimento.
Insomma, alla fine dei conti per i consumatori vegani scegliere alimenti base come i legumi e la soia invece dei sostituti della carne industriali è più conveniente, secondo 60 Millions de consommateurs. Si tratta infatti di alimenti ricchi di fibra e proteine con si può comporre una dieta sana ed equilibrata, anche per il portafoglio.
Il Fatto alimentare – 18 gennaio 2018