Contratto e convenzioni per i medici, il ministro Beatrice Lorenzin, in una lunga intervista a Sanità informazione interviene sullo stallo del rinnovo
«È un tema molto importante. Parliamoci chiaro: quando sono arrivata avevamo blocco del turnover, zero assunzioni, il problema delle specializzazioni in alto mare – non si riuscivano a recuperare le borse di studio – e ovviamente il contratto bloccato dei medici e di tutte le professioni sanitarie. E c’era tutto il tema della dirigenza sanitaria per cui abbiamo fatto anche un comparto ad hoc. – spiega Lorenzin – Negli anni ho detto che senza personale sanitario e senza medici non si può lavorare. La medicina oggi si basa su due cose: sulle professionalità delle persone e sull’innovazione. Quindi è necessario tenerle insieme, aumentare e qualificare la professionalità delle persone e puntare all’innovazione, altrimenti non ce la si può fare. Abbiamo messo in campo innanzitutto un fondo ad hoc per affrontare il problema del turnover che ha portato in questi anni a sbloccare per le Regioni in piano di rientro più di 10mila posti di lavoro. C’è poi da dire che i concorsi non li faccio io: li fanno le Regioni. Quindi se le Regioni ci mettono due anni a farne uno, ci troviamo di fronte ad un grosso problema. Prima facevano le assunzioni a chiamata. Oggi gli abbiamo dato il “metodo” e gli abbiamo detto che esiste un piano di fabbisogni che si basa sulla rete ospedaliera nuova, quindi dobbiamo assumere e programmare con criterio. Abbiamo combattuto, anche se non era una nostra prerogativa, sul campo delle borse di studio e delle specializzazioni. Nei prossimi giorni incontrerò una serie di tecnici che ci stanno proponendo anche un nuovo approccio su questo argomento e sull’accesso alle scuole di medicina”.
“L’altro vero tema, oltre appunto allo sblocco del turnover, è quello del rinnovo contrattuale, quindi dei Medici e dei giovani che devono entrare ed essere stabilizzati. Adesso parliamo dei medici, ma potremmo parlare anche delle professioni in generale che però non possono essere proletarizzate. Uso questo argomento perché noi corriamo il rischio della proletarizzazione dei professionisti in genere: avvocati, notai, commercialisti, farmacisti. Io mi oppongo con forza a questa deriva perché significherebbe distruggere la mobilità sociale, l’ascensore sociale e quella che era stata la grandezza dell’Italia, ovvero che il figlio di un contadino si laureava, faceva un concorso per merito e poteva cambiare la sua vita. Questo è un aspetto importantissimo che cozza con i processi di globalizzazione.
Ma venendo al tema contratto, le Regioni avrebbero dovuto accantonare in questi anni risorse economiche adeguate perché sapevano che era loro dovere farlo. Il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, ha cercato di aiutarmi a trovare le risorse. Io per quest’anno le avevo trovate con la tassa di scopo sul tabacco, che non era nient’altro che un modo per liberare risorse per il settore farmaceutico-oncologico. Parliamo di circa 750 milioni che avrebbero dato le risorse necessarie per chiudere la partita contratto. È giusto che chi fuma e viene curato gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale paghi qualcosa in più rispetto agli altri. Purtroppo non è passata. Ecco, non la ritengo un’idea così assurda. Credo però che questo tema del contratto vada risolto: le Regioni devono assumersi le loro responsabilità e non fare sempre lo scaricabarile sul Governo. Nello stesso tempo credo anche che nei prossimi anni sia ineludibile un aumento del Fondo Sanitario. Anzi, una priorità. Non si può pensare che ora si stanno facendo promesse elettorali che valgono centinaia di miliardi e non si riesce a trovare 2 miliardi per il Ssn. I medici hanno la forza di farsi sentire. Sono stati molto responsabili in questi anni perché hanno lavorato in una situazione di stress incredibile, senza turni di riposo, senza sblocco del turnover, con reparti che hanno chiuso per mancanza di sostituzioni. Insomma, una situazione non facile, e quindi non smetterò mai di ringraziarli come Stato italiano, oltre che come persona. Con loro abbiamo lavorato molto anche sul tema della responsabilità professionale…».
17 gennaio 2018