È andata avanti fin quasi a mezzanotte la seduta di ieri del consiglio regionale, ancora inchiodato sulla discussione del Collegato che si protrarrà anche per tutta la giornata di oggi (seguirà il bilancio, che la maggioranza vorrebbe chiudere prima di San Silvestro).
Molte – e variegate – le norme approvate, alcune attese, altre foriere di nuove polemiche tra maggioranza e opposizione, come quella che ha destinato 12,2 milioni di euro all’Azienda Zero al fine, non meglio precisato, di «dare copertura agli oneri derivanti dalle gestioni liquidatorie delle disciolte Usl». Assente l’assessore alla Sanità Luca Coletto, impegnato a Roma, la minoranza ha stigmatizzato l’impiego di altri fondi milionari nell’ambito di una riforma «che a quel che ci era stato detto avrebbe dovuto comportare solo risparmi» e con Claudio Sinigaglia del Pd ha chiesto «da quali capitoli verranno prelevati questi soldi, riducendo i servizi», mentre Piero Ruzzante di Liberi Uguali e Patrizia Bartelle del Movimento Cinque Stelle hanno annunciato l’intenzione di raccogliere le firme per un referendum proprio sulla legge di riforma della sanità.
Polemiche roventi anche sull’allargamento del monitoraggio gratuito anti Pfas dalla zona rossa alla zona arancione, con estensione agli under 15 e agli over 65 fino ad oggi esclusi. La richiesta era contenuta in un emendamento proposto da Manuel Brusco del M5s che ha avviato un lungo braccio di ferro con l’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin incentrato più che altro sul «merito politico» dei nuovi controlli e sulle modalità di finanziamento (fondi dell’ambiente o della sanità)?
Bocciato il nuovo tentativo del Pd di reintrodurre l’addizionale Irpef per finanziare una serie di servizi sociali a favore delle famiglie con un reddito inferiore a 28 mila euro (affitti, asilo, case di riposo), motivo di scontro è stato anche il finanziamento, poi approvato, di 50 mila euro chiesto da Centro Destra Veneto per pagare l’allestimento dei presepi nelle scuole (scontate le critiche delle minoranza, meno l’astensione del leghista Marino Finozzi «in ossequio alla laicità sempre rispettata dalla Serenissima Repubblica»).
Non sono mancate, comunque, anche norme approvate all’unanimità o comunque con larga condivisione, come quella proposta dall’assessore all’Istruzione Elena Donazzan per «una degna sepoltura dei feti morti durante la gravidanza, che oggi vengono smaltiti come rifiuti speciali», il fondo per le vittime delle valvole killer (sceso però a 300 mila euro) e quello per le famiglie coinvolte nel crack delle banche popolari (altri 300 mila euro), il finanziamento delle campagne informative sulla previdenza complementare che dovrebbero essere allestite dalla nuova società Veneto Welfare e quelle contro il cyber bullismo in Rete per cui sono stati resi disponibili 200 mila euro.
Il Corriere del Veneto – 21 dicembre 2017