La mamma è entrata trafelata attendendo impaziente che la porta automatica si aprisse. Dietro la figlioletta che zompava agile sulle grucce. Avevano appuntamento nell’ambulatorio di Ortopedia dell’ospedale Sant’Antonio per valutare il grado di guarigione della frattura e decidere se abbandonare le stampelle. Ma l’ambulatorio non funzionava ieri mattina. Causa sciopero nazionale dei medici, l’ortopedico non c’era. «Si valuta caso per caso» rivela da dietro il vetro della reception un’infermiera. Vale per Ortopedia e Chirurgia, gli altri ambulatori funzionano regolarmente. Il caso della bimba con le stampelle non è stato valutato “interessante” abbastanza per superare l’impasse dello sciopero, quindi la mamma è stata invitata a fissare un nuovo appuntamento. Nessuna tragedia, si dirà. Salvo che poi, ciascuno, deve fare i conti con i mille impegni che costellano la vita di ogni giorno. Domani la bimba è in gita, dopodomani va bene – posto che deve perdere un’altra giornata di scuola – ma bisogna vedere se la nonna può tenere il fratellino che a casa con la febbre. C’è la figlia che ha accompagnato in ospedale l’anziano genitore claudicante: un “lavoro” solo uscire di casa, salire e scendere dall’auto. Visita rinviata. E così per decine e decine di altri casi, al Sant’Antonio e in tutti gli altri ospedali della provincia dell’Usl Euganea, come negli ambulatori dell’Azienda ospedaliera. Visite, controlli e interventi rinviati, con buona pace di permessi, ferie e salti mortali vari per ritagliarsi il tempo per andare in ospedale. «Ci dispiace per i disagi patiti dai cittadini» esordisce Adriano Benazzato, presidente regionale Anaao Assomed che ieri mattina era al sit in all’ingresso del Policlinico padovano con un centinaio di colleghi, sotto le bandiere di tutte le sigle sindacali, «ma questa protesta è al loro fianco, per difendere il diritto di tutti a una sanità pubblica ed efficiente. Se non si inverte la rotta, in futuro si dovrà venire in ospedale con la carta di credito, non con la tessera sanitaria. Il Sistema sanitario nazionale è vittima di un de-finanziamento assurdo da parte del Governo». Benazzato ha già annunciato di aver dato mandato al legale dell’associazione per denunciare le aziende sanitarie: «Per boicottare gli effetti dello sciopero hanno comandato in servizio il doppio se non il triplo del personale. E nelle Aziende universitarie, come Padova e Verona, si sopperisce alla carenza di medici con gli specializzandi. In Veneto stiamo assistendo a un diffuso comportamento aggressivo da parte delle Aziende sanitarie verso i dipendenti. Ci sono condizioni di disagio lavorativo diffuse, inoltre molte norme contrattuali non sono rispettate». «Quale sanità si può garantire senza formare e assumere medici? Un accordo regionale vieta i contratti atipici, eppure le stesse Aziende ospedaliere pubblicano bandi per prestazioni a ore» la denuncia di Roberto Suppi, della Cisl medici. «Questo sciopero è solo l’inizio di una battaglia che non finirà qui» interviene il direttore di Angiologia in Azienda ospedaliera a Padova Giampiero Avruscio, delegato dell’Associazione nazionale Primari ospedalieri, «è un grido di allarme che va ascoltato perché c’è una polveriera pronta a esplodere. Il primo problema è che negli ospedali i medici sono ultracinquantenni e sono saltate almeno due generazioni. A chi tramandiamo il nostro patrimonio di competenze e professionalità se non ci sono concorsi e assunzioni?». Anche per Avruscio l’orizzonte scuro mostra le sembianze di una sanità sempre più privata, sempre meno gratuita e universale: «In Veneto e a Padova in particolare» rileva, «le multinazionali stanno facendo shopping di strutture convenzionate. Penso all’Euganea Medica o ai Poliambulatori Citotest. È un segnale inequivocabile che la sanità si sposta sul privato a scapito del pubblico. Infine» conclude Avruscio, «va sottolineato che i disagi ai pazienti sono stati limitati perché molti medici per puro senso di responsabilità nei loro confronti, pur condividendo le istanze dello sciopero, vi hanno aderito solo moralmente». (Elena Livieri)
IL MATTINO DI PADOVA – Mercoledì, 13 dicembre 2017
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