Annunci su internet per la vendita di cuccioli, su siti come Subito.it: almeno 300 euro per un cucciolo di cane, pastori australiani o chihuahua o altro. Peccato fossero ceduti senza pedigree o microchippatura e, non raramente, affetti anche da giardiasi, una parassitosi.
L’allevamento di Ponte nelle Alpi, che ha operato durante quest’anno, è stato scoperto e chiuso dal servizio veterinario della Usl 1 Dolomiti, dopo la segnalazione dell’Apaca, associazione alla quale erano arrivare numerose richieste di intervento da parte dei cittadini che erano a conoscenza dell’attività di commercializzazione che si faceva nel canile. Una trentina i cani che sono stati venduti, almeno da quanto appurato, una ventina quelli che si trovavano ancora nell’area gestita dall’allevamento. Si tratta di una attività non autorizzata di pincher, chihuahua, buldog francesi e pastori australiani.
Le indagini della Usl 1 sono iniziate da una iniziativa dell’Apaca: all’associazione si erano appunto rivolti, a fine estate, alcuni cittadini che avevano notato l’allevamento. In particolare avevano notato la commercializzazione di cuccioli che si era fatta consistente, dato che erano alcune decine i cani già venduti o in procinto di esserlo, oltre naturalmente alle fattrici e agli stalloni presenti nell’allevamento. L’associazione ha anche potuto constatare che i cuccioli venivano ceduti senza pedigree, senza microchip e anche colpiti da patologie dovute a parassiti.
Su internet, intanto, i gestori dell’allevamento illegale lanciavano offerte che riguardavano cuccioli di razza e che erano riconducibili alla struttura segnalata dai cittadini: le indagini svolte anche dal servizio veterinario della Usl ha comprovato che l’attività aveva «chiare finalità di lucro ed evidenti caratteristiche illegali» scrive l’Apaca in una nota.
La chiusura dell’allevamento è avvenuta dopo il sopralluogo del Servizio veterinario dell’Usl n. 1 Dolomiti, durante il quale sono state controllate le condizioni igienico-sanitarie dei cani e delle strutture nelle quali venivano tenuti. Alla fine sono state accertate parecchie violazioni di legge, tra cui quelle in materia di allevamento e cessione di animali, ragione per cui la struttura è stata chiusa.
«È stato grazie alla collaborazione dei cittadini che si sono rivolti a noi», dicono in Apaca «se una struttura non autorizzata –e quindi illegale– di detenzione e allevamento di cani è stata scoperta e chiusa da un servizio veterinario che si è mosso davvero prontamente. Ma è bene ricordare che queste attività non sorgerebbero se non ci fossero clienti pronti all’affare: ecco perché continuiamo a invitare a non comprare cani nei negozi e su internet e a rivolgersi solo ad allevamenti seri e autorizzati. Fermo restando che per noi, ovviamente, l’unica scelta giusta è prendere un cane del canile!».
Il Corriere delle Alpi – 4 dicembre 2017