L’abolizione del superticket è un miraggio. Ci sono solo un po’ di soldi per toglierlo ad alcuni cittadini non esenti ma in difficoltà economiche e forse non in tutto il Paese. Sono 60 i milioni messi insieme da Governo e maggioranza, cioè circa il 10% del valore totale della tassa sulle prestazioni sanitarie ambulatoriali. Quella che doveva essere un’operazione destinata a tenere ancorato Mdp alla maggioranza, esce piuttosto ridimensionata dopo la verifica delle disponibilità in cassa. L’emendamento che prevede il fondo di 60 milioni sarà votato oggi alla commissione Bilancio del Senato, come annunciato dal capogruppo Pd Giorgio Santini. La cifra teoricamente potrebbe aumentare un po’ alla Camera.
« I tagli al superticket permessi da quel denaro non bastano, ma vedremo e valuteremo la misura quando ce la presenteranno – dice Maria Cecilia Guerra, presidente del gruppo Art. 1- Mdp in Senato Abbiamo calcolato che per l’abolizione sono necessari 5- 600 milioni. Il superticket rende più care le prestazioni ambulatoriali pubbliche e spinge verso il privato i cittadini non esenti, cioè i ceti medi. Questo depaupera lo stesso servizio pubblico » . Sempre da Mdp, la senatrice Lucrezia Ricchiuti dice che i 60 milioni sono «un po’ poco a fronte degli annunci che si sono susseguiti negli ultimi giorni».
Al ministero della Salute hanno pronti da tempo una serie di piani da mettere in atto proprio nel caso in cui non si fossero trovate risorse sufficienti all’abolizione. In realtà si contava di avere per il primo anno almeno 100-200 milioni. La cifra a disposizione è molto più bassa e andrà deciso cosa fare. Un’idea è quella di suddividerla proporzionalmente tra le Regioni, così che queste intervengano sul superticket togliendolo ad alcune categorie di persone. La tassa, però, non viene solo applicata in modo diverso sul territorio nazionale, perché alcune Regioni aggiungono 10 euro al ticket ordinario e altre modulano il contributo extra in base al reddito, ma riguarda anche categorie di cittadini diverse a seconda della zona. Ad esempio ci sono realtà del Centro- Nord dove già oggi i giovani che non hanno mai lavorato sono esentati. Altrove invece pagano. Per questo una seconda ipotesi è quella di dare i fondi solo ad alcune Regioni, per rendere le esenzioni dal superticket più omogenee. Ma al ministero si è pensato anche a una misura per tutelare certe categorie di donne che hanno bisogno di determinate prestazioni sanitarie. «Le coperture per l’abolizione mancano – spiega la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin – Ma la volontà di cancellare il superticket da parte nostra c’è sempre stata. Intanto cominciamo a ridurlo, più avanti vedremo come».
Dopo pensioni e web tax ( che potrebbe essere oggetto di ulteriori modifiche alla Camera) ieri la commissione Bilancio del Senato ha superato gli ultimi scogli. Oltre al superticket resta aperto il rifinanziamento del bonus bebè: l’accordo politico dovrebbe portare a 185 milioni per 2018 e dimezzare, rispetto alla proposta iniziale, a 400 milioni il biennio 2019- 2010. Oggi questi due ultimi nodi e domani l’approdo in Aula.
Nel frattempo continua l’approvazione di finanziamenti importanti come i 60 milioni per i cosiddetti “ caregiver”, cioè coloro che si prendono cura di una persona malata o disabile: ora ci sono le risorse per il testo, ancora da approvare, depositato in commissione Lavoro sempre Senato. Non si arrestano norme che fanno discutere: come il ripristino di indennità e rimborsi per 65 componenti del Cnel, abolite nel 2015, in vista del referendum costituzionale che avrebbe dovuto cancellare l’ente. Arrivano anche 2 milioni per le manifestazioni di Carnevale nei prossimi tre anni, risorse per l’Istituto degli Innocenti di Firenze, Expo Dubai, sconti fiscali per le Fondazioni bancarie che provvedono agli immigrati.
Repubblica – 28 novembre 2017