“Il fondo da 20 milioni di euro annunciato come mancia pre-elettorale dai ministri Martina e Lorenzin è incapiente in termini di danni subiti dagli allevatori e dalla filiera avicola e inadeguato in termini di strategia, che non è stata naturalmente annunciata, essendo il provvedimento mancante di qualsiasi indirizzo”. Così l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, denuncia l’assenza di un piano per l’avicoltura, uno dei grandi pilastri della zootecnia Made in Italy, concentrata prevalentemente nella Macroregione agricola del Nord.
SERVE RIORGANIZZAZIONE SETTORE AVICOLO – “È quanto mai necessario e urgente programmare una serie di interventi a breve e medio-lungo termine per riorganizzare il settore avicolo, in particolar modo quello dell’allevamento del tacchino – precisa Fava -. L’obiettivo è alleggerire il peso zootecnico dei territori, laddove la densità degli allevamenti è tale da rappresentare un rischio sanitario”. Sarebbe opportuno, per Regione Lombardia, alleggerire il peso zootecnico delle aree più densamente popolate, come le province di Brescia e Mantova.
URGE CONFRONTO – “Chiediamo un confronto coi ministeri delle Politiche agricole e della Salute – afferma Fava – per definire azioni a breve termine, che potrebbero comprendere un fermo obbligatorio di attività, per un tempo minimo di 24 mesi, negli allevamenti di tacchini presenti in specifiche aree, definite dense, e selezionati secondo parametri oggettivi; per concertare un divieto di costruzione di nuovi allevamenti avicoli o il loro ampliamento nelle aree a maggior rischio sanitario”.
ALTRE MISURE NECESSARIE – Contestualmente, secondo l’assessorato all’Agricoltura della Lombardia, devono essere messe in atto altri interventi a medio e lungo termine che comprendono la conversione in allevamenti di altre specie meno sensibili; la conversione dell’allevamento in altre tipologie di attività e l’eventuale delocalizzazione dell’allevamento in aree a scarsa densità avicola. “Ovviamente tali interventi devono tenere in considerazione anche le ripercussioni economiche lungo tutta la filiera produttiva e, in particolare, verso gli incubatoi e gli impianti di macellazione”, specifica l’assessore Fava.
Regione Lombardia – 22 novembre 2017