Hanno invaso i parchi, sfrattato i cugini “rossi” che da secoli abitavano i boschi italiani, ora gli scoiattoli grigi arrivati dall’America “assaltano” anche i palazzi cittadini. A Torino, c’è un quartiere in rivolta. Riunioni serali, assemblee di condominio, lettere incrociate per liberare il cortile, e da qualche mese persino le case e i balconi, dagli scodinzolanti roditori. Hanno occhi a mandorla, immaginario da cartoon, code da peluche, ma sono roditori e averli sull’uscio della camera da letto non è davvero un piacere.
Tre borghesi condominii cittadini, tra corso Dante e via Madama Cristina, a due passi dal centro di Torino e dalla zona degli ospedali, hanno dichiarato guerra agli scoiattoli grigi. Sono arrivati lì dal parco del Valentino, dove da anni hanno preso possesso di prati e sottobosco sfrattando gli esemplari rossi, oramai quasi del tutto soppiantati dal cugino grigio d’America. Più prolifici e più resistenti, hanno colonizzato i boschi e ora arrivano persino nei cortili in mezzo alla città.
Si avventurano sulle grondaie, salgono lungo i tubi e i tralicci dei rampicanti, arrivano ai balconi, fino al quarto e quinto piano; qualcuno li ha visti persino rincorrersi sul tetto. Gli inquilini non hanno timore di passare per “cattivi”, ma Cip e Ciop, qui sono solo dei piccoli, instancabili, devastatori. Rovinano le piante, rubano frutta e verdura, grattano le finestre e rosicchiano le zanzariere. «Siamo costretti a tenere le finestre sempre chiuse» racconta la signora Angiolina, che si ritrova, e mai l’avrebbe pensato, a immaginare trappole, intrugli e manovre notturne per convincere i roditori grigi a sloggiare da casa sua. «L’altra settimana uno è entrato in camera da letto — racconta — mi guardava lì, dal pavimento. E se sale sulla trapunta? Al parco sono animaletti carini, ma sul letto sono solo degli animali sporchi e portatori di malattie».
Francesco abita al primo piano e alla terza fioriera divelta per organizzare una tana con le noci, ha comprato un sensore a ultrasuoni e una pistola giocattolo per allontanare le bestiole. «Finché scorrazzavano in giardino non creavano problemi e nessuno si lamentava — racconta — ma adesso hanno preso coraggio: avevo sette etti di castagne, non ho trovato più nemmeno i gusci».
L’assalto agli appartamenti è iniziato quest’estate. «Mi hanno telefonato i vicini mentre ero in vacanza — aggiunge Margherita, che vive al quinto piano — volevano avvisarmi che la mia azalea era stata tritata ed era caduta in cortile. Quando sono tornata ho trovato solo briciole di noci, nocciole e frutta rosicchiata ». La signora Angiolina, stanca di trovarli alla finestra ha speso 2.300 euro per installare una tenda rigida e isolare il balcone, in modo da poter aprire i vetri senza trovarsi invasa da gusci di noci e resti di cibo. Il “comitato anti scoiattoli” ha chiamato tutti in città. «Abbiamo telefonato al Comune, all’Arpa, ai centri che si occupano di animali — spiegano — ma tutti ci hanno dato la stessa risposta: non si può fare nulla». Anche l’amministratore di condominio Luca Bianco ha preso in mano il problema, ma senza venirne a capo. «Non possiamo ucciderli — raccontano i condomini — i servizi che si occupano di specie protette non intervengono, perché non si tratta di animali a rischio estinzione, gli unici che potrebbero fare qualcosa, ci hanno detto, sono i carabinieri forestali ». Con l’inverno la situazione non può che peggiorare. Gli scoiattoli non vanno in letargo e quando il freddo sarà pungente cercheranno cibo e tepore negli appartamenti. Non è il primo caso di “animali invasori” che regnano incontrastati a Torino. A settembre era stato il Comune a salvare dall’abbattimento le nutrie che popolano le sponde del fiume. Nessuna cattura, né sterilizzazione per i castorini, ha deciso l’amministrazione di Chiara Appendino, chiedendo agli esperti di trovare una strada alternativa. Ora anche la casa degli scoiattoli chiede una soluzione.
Repubblica – 19 novembre 2017