Marco Bonet. Save the date: giovedì 23 novembre, a Palazzo Cornaro, sede del dipartimento per gli Affari Regionali a Roma, si terrà il primo incontro tra il sottosegretario Gianclaudio Bressa e il governatore Luca Zaia, nell’ambito della complessa trattativa Stato-Regione sull’autonomia.
Zaia, che già mercoledì sera, pochi minuti dopo l’approvazione a Palazzo Ferro Fini della proposta di legge statale 43, aveva auspicato «tempi rapidi» per l’avvio del confronto, ieri ha scritto una lettera a Bressa informandolo del voto del consiglio regionale e «dell’ampio mandato» ricevuto, preannunciando l’invio del testo «nelle prossime ore, non appena espletati gli adempimenti procedurali» e chiedendo di indicare una possibile data per un primo incontro, «al fine di concordare modalità e tempistiche del percorso che la Regione Veneto è da oggi pronta ad intraprendere».
La risposta di Bressa non si è fatta attendere: «Già nel mese di maggio del 2016 abbiamo invitato Zaia, rispondendo ad una sua richiesta, ad avviare con il governo il negoziato, ai sensi dell’articolo 116 della Costituzione, per conferire al Veneto competenze oggi gestite direttamente dallo Stato – ha ricordato con una punta polemica il sottosegretario -. Lo faremo la prossima settimana avviando un rapporto che ci auguriamo costruttivo, consapevoli del valore delle nostre autonomie territoriali nell’unità dello Stato». E questa è la prima sottolineatura, ché nessuno si sogni derive secessioniste alla catalana. «Da parte del governo c’è la massima apertura e disponibilità e per questo siamo certi che il dibattito politico che c’è stato in questi mesi saprà andare oltre la propaganda». Seconda sottolineatura, della serie: lasciamo la campagna elettorale per le Politiche fuori dalla stanza della trattativa. «Il solco del negoziato è dato dalle competenze, a cui seguiranno le risorse necessarie al loro esercizio. Questo è quanto afferma la Costituzione, escludendo in modo tassativo, come ribadito dalla Consulta, che a guidare il confronto sia la materia fiscale». E questa è la terza, e più importante, sottolineatura: il governo è disposto a discutere ma solo partendo dalle competenze per poi individuarne le relative risorse, senza fughe in avanti sui 9/10 delle tasse. In ogni caso, assicura Bressa, «noi siamo pronti».
Nella consapevolezza che la legislatura è oramai agli sgoccioli e che sarà impossibile arrivare ad un voto in parlamento prima del ritorno alle urne, dagli ambienti del governo trapela però la volontà di chiudere con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, prima dello scioglimento delle Camere, un’intesa quadro in grado di vincolare il governo a venire, di qualunque colore esso sia, fissando una roadmap chiara e circoscrivendo gli ambiti di confronto. Ne è prova il fatto che dopo l’incontro della scorsa settimana, oggi Bressa sarà a Bologna e martedì sarà a Milano. «Siamo di fronte ad un cronoprogramma serrato – ha confermato ieri l’emiliano Stefano Bonaccini – che dimostra che su questo tema si vuole procedere celermente».
Il Corriere del Veneto – 17 novembre 2017