Giordani e Lorenzoni: «Non regaleremo alla Regione un patrimonio dei padovani»
Il D-Day si avvicina. Tra dieci giorni, il 27 novembre, il tavolo istituzionale guidato dal presidente della Regione Luca Zaia prenderà una decisione definitiva sul nuovo ospedale di Padova.
Una decisione che, dando retta a quanto filtra dalla commissione tecnica capeggiata dal direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Luciano Flor, pare già essere stata sostanzialmente raggiunta. Tutti gli attori coinvolti, ovvero le già citate Regione e Azienda Ospedaliera e poi il Comune, l’Università, lo Iov e la Provincia, sono d’accordo sul fatto che in via Giustiniani debba comunque rimanere un nosocomio cittadino, come peraltro da tempo stabilito. Mentre il luogo più adatto in cui collocare il nuovo policlinico, secondo l’analisi degli architetti e dei professionisti sanitari che fanno parte del gruppo di lavoro presieduto da Flor, è quello di Padova Est. L’area di San Lazzaro, alle spalle del Net Center e della Kioene Arena, è infatti risultata la migliore in base a tutti i criteri presi in considerazione, vincendo quindi la concorrenza di Padova Ovest (scelta dalle giunte di Flavio Zanonato e Ivo Rossi), dell’ex polo psichiatrico di via dei Colli (rilanciato dal presidente della Provincia Enoch Soranzo) e del nuovo su vecchio (proposto dal sindaco Sergio Giordani e dal suo vice Arturo Lorenzoni).
Ma se dal punto di vista tecnico la questione può dirsi praticamente conclusa, restano invece parecchi altri nodi da sciogliere. Nodi di carattere politico, giuridico e soprattutto economico. Come si ricorderà, dopo aver posizionato il nuovo ospedale a Padova Est, l’ex primo cittadino Massimo Bitonci aveva promesso di cedere gratuitamente alla Regione i terreni di San Lazzaro, sia quelli di proprietà diretta del Comune che quelli messi a disposizione dai privati del Consorzio Urbanizzazione Quadrante Nordest e gestiti dal commissario liquidatore Simone Salata per conto di Banca Monte dei Paschi di Siena e Unicredit (a cui nel frattempo è subentrato il fondo italo-olandese Yanez Spv Srl).
Giordani e Lorenzoni, però, la pensano in maniera completamente diversa: «Quell’area appartiene a tutti i padovani – continuano a ripetere sindaco e vice – E dunque, se Zaia la vuole, deve pagarla». E a nulla sembra servito il parere preventivo di Paolo Evangelista, presidente della Corte dei Conti di Venezia, che ha di recente escluso l’ipotesi di danno erariale, invitando la politica ad agire «senza timori per il bene della collettività».
Ma quanto valgono i circa 500mila metri quadri di Padova Est? Secondo il Municipio, più di 50 milioni di euro. Secondo la Regione, invece, meno della metà. La distanza, insomma, è tanta. E proprio oggi i legali di Palazzo Moroni e quelli di Palazzo Balbi s’incontreranno per provare a trovare una difficile mediazione. A complicare il quadro le parole che ha ripetuto Zaia («Se l’area di San Lazzaro non è più gratis, non possiamo far altro che tornare a Padova Ovest») durante la trasmissione tivù Ring su Antenna Tre andata in onda martedì sera e che Giordani e Lorenzoni hanno letto come una minaccia. «Non abbiamo alcuna intenzione di elargire gratuitamente beni patrimoniali che sono di tutti i padovani – ribadiscono i due amministratori di Padova – La nostra è una posizione di buonsenso che peraltro si rifà a molti casi analoghi capitati in passato in Veneto».
Infine, per la cronaca, va ricordato che quanto sostenuto da Zaia in televisione («Abbiamo deciso di abbandonare l’opzione di Padova Ovest perché i terreni di Padova Est ci venivano ceduti gratis») non corrisponde esattamente al vero. Come si legge nella delibera regionale numero 1907 del 14 ottobre 2014, l’accordo su Padova Ovest firmato il 2 luglio 2013 dallo stesso Zaia (insieme con Rossi e con l’allora rettore dell’Università Giuseppe Zaccaria) venne infatti revocato perché Bitonci, diventato sindaco quattro mesi prima, pretendeva che il nuovo ospedale si facesse in via Giustiniani. Per di più, all’epoca, l’alternativa di Padova Est non era ancora stata messa in campo.
Il Corriere del Veneto – 16 novembre 2017