L’incubo ritorna. Il tallio, potente veleno che a ottobre ha già ucciso, senza ancora una spiegazione, padre, madre e figlia a Nova Milanese, in Brianza, manda in ospedale altre due persone. Si tratta di due coniugi di 83 e 81 anni, che vivono a pochi isolati di distanza dalla villetta della famiglia Del Zotto, quella che, oltre alle 3 vittime, conta anche altrettante persone ricoverate in ospedale.
Sono i suoceri di Domenico Del Zotto, 55 anni, fratello di Patrizia (la prima vittima, poi seguita dagli anziani genitori di 94 e 87 anni, tutti morti a ottobre), e l’unico che non è stato coinvolto dalla misteriosa catena di avvelenamenti.
Da quanto emerso, i pensionati hanno accusato i primi sintomi sabato (soprattutto difficoltà respiratorie), e per questo si sono presentati in Pronto soccorso a Desio per accertamenti. Avuto l’esito positivo — intossicazione da tallio — lunedì sono stati ricoverati per sottoporsi alle terapie del caso. Questi due nuovi casi potrebbero, forse, portare a una soluzione del rebus. Si cerca essenzialmente di capire se e quanto i due ultraottantenni abbiano condiviso eventuali pasti con i Del Zotto. O se invece non abbiano consumato lo stesso cibo, magari in momenti diversi. Questo perché gli inquirenti seguono con insistenza l’ipotesi della contaminazione alimentare, avvenuta magari per errore in cucina (la sostanza, in polvere, scambiata per un ingrediente).
Inizialmente si era battuta la pista della presenza del veleno, in passato usato come topicida, nell’acqua del pozzo di Varmo, nella campagna friulana, dove i Del Zotto trascorrevano le vacanze. Ma questa, e altre ipotesi, si sono rivelate errate. Per ora, i primi esiti medico legali fanno risalire il momento della contaminazione a un periodo in cui la famiglia era già da tempo rientrata dalle ferie in Brianza. Per questo continuano le analisi su campioni di cibo. Invece la Procura e i carabinieri escludono qualunque ipotesi di avvelenamento volontario.
Il Corriere della Sera – 15 novembre 2017