«Un G7 Salute che ha valorizzato gli elementi comuni sull’onda dell’accordo di Parigi. Perché davanti alla salute non ci sono divisioni. Ed è importante che nonostante le diversità e il dibattito acceso si sia arrivati a un comunicato congiunto. Abbiamo lanciato un unico messaggio forte sulla certezza che i problemi ambientali incidono sulla salute e i tre temi affrontati dal G7, impatto dell’inquinamento, salute della donna e del fanciullo e antibioticoresistenza sono priorità da affrontare insieme». E’ questa la dichiarazione finale della ministra della Salute Beatrice Lorenzin a chiusura del G7 Salute a presidenza italiana, che si è svolto da sabato a oggi a Milano al Museo della scienza e della tecnologia. C’è quindi la necessità, ha assicurato la ministra, «di agire uniti per cambiare i modelli organizzativi dell’assistenza sanitaria e concentrare le forze anche sulla ricerca. Valorizzando le best practice e individuando misure comuni sui principali fattori di rischio».
E nonostante la Brexit il rappresentante britannico ha sottolineato la necessità di un’azione comune, a livello internazionale. «Abbiamo a cuore la salute – ha detto Steve Brine, sottosegretario alla Salute pubblica del Regno Unito – e le patologie non conoscono confini. Quindi bisogna agire insieme».
La ministra giapponese Michico Takagi ha puntato l’attenzione sull’universalità delle cure, come base dello sviluppo sostenibile, con la necessità di monitorare i progressi dei singoli Paesi e annunciando il 13 e 14 dicembre a Tokyo una conferenza sul tema. «Spero che i Paesi del G7 partecipino attivamente», ha detto.
« Bisogna garantire un futuro certo e sicuro – ha aggiunto Ginette Petipas ministro della salute del Canada, che dal primo gennaio 2018 assumerà la presidenza del G7 – anche per i Paesi più poveri e lavorando insieme si è più forti».
Le parole d’ordine dell’Europa
E il commissario Ue alla Salute Vytenis Andriukaitis ha ribadito che a un anno dall’accordo di Parigi l’Europa deve segnare in agenda le tematiche prioritarie del G7 Salute. Con una griglia comune di parole d’ordine, puntate soprattutto sugli stili di vita e sulla lotta alle dipendenze, come tabagismo e alcol, e facendo leva sulla prevenzione e sull’immunizzazione di massa. E su questo punto il commissario ha evidenziato il forte ruolo di guida dell’Italia, che con la legge sull’obbligo vaccinale a scuola ha segnato una svolta. «Ringrazio la ministra italiana per l’impegno e la leadership espressa sul fronte delle vaccinazioni. Una priorità anche per i migranti. Che vanno accolti e trattati come fratelli e sorelle. Garantendo loro la stessa assistenza sanitaria che viene assicurata ai cittadini europei».
Migrazioni che nel documento finale sono riconosciute come frutto amaro di disuguaglianze e guerre. «Riconosciamo che affianco ai recenti miglioramenti nel coordinamento dell’assistenza sanitaria e della salute globale – si legge nella premessa del documento congiunto del G7 – si presentino continue sfide, inclusi i conflitti e le crisi, le disuguaglianze sociali, un ritmo accelerato della globalizzazione ed urbanizzazione, i fattori ambientali, e un incremento dei movimenti e spostamenti di esseri umani. Noi riconosciamo la nostra discussione sull’impatto del clima e dei fattori correlati all’ambiente sulla salute».
Il compromesso sul clima e ambiente
E se il cambiamento climatico è rimasto un argomento divisivo (gli Usa hanno confermato la loro estraneità dall’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici siglato a dicembre 2015), l’accordo è stato raggiunto sulla centralità della salvaguardia ambientale. «Riconosciamo che alcuni fattori correlati all’ambiente – continua il documento finale – contribuiscono ad aumentare i rischi per la salute, come quelli associati a modifiche nei modelli delle malattie infettive, eventi climatici estremi, innalzamento del livello del mare, acidificazione degli oceani, inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, perdita di biodiversità, scarsità di acqua, insicurezza alimentare e malnutrizione, contaminazione degli alimenti e aumento dei flussi migratori».
Serve quindi un impulso politico forte, hanno riconosciuto i grandi del pianeta, per fermare il degrado ambientale, fornire cure adeguate nei Paesi più poveri e colpiti da conflitti. Promuovendo un’azione coordinata per rafforzare i sistemi sanitari in linea con i principi di efficacia degli aiuti. In questo contesto devono essere affrontate le carenze di forza lavoro nel settore della sanità (USA) e la scarsità dei fondi stanziati dagli stati per conseguire l’obiettivo di un maggiore accesso all’assistenza sanitaria. Quindi sebbene il G7 non possa decidere nulla su linee di finanziamento ha dettato una linea certa almeno sul fronte degli impegni.
Le Ong: serve un impegno politico sull’accesso ai farmaci
Un successo all’insegna dell’unità di intenti che registra però qualche critica costruttiva da parte della Gcap, la coalizione globale contro la povertà che riunisce le più grandi associazioni internazionali che lavorano sulle tematiche dell’accesso alla salute. «Salutiamo con favore la spinta che il G7 ha dato alla copertura sanitaria universale – si legge in una nota – tuttavia essa non può essere raggiunta senza un impegno politico forte sull’accessibilità e il controllo dei prezzi dei farmaci e degli strumenti diagnostici, soprattutto nei paesi a basso reddito».
Il documento finale del G7 Salute di Milano
Il Sole 24 Ore sanità – 7 novembre 2017