Nel suo intervento di ieri in Commissione Sanità Dirindin ha poi rimarcato la necessità di porre l’attenzione su alcuni temi chiave, quali: la revisione del sistema di compartecipazione alla spesa, l’allentamento dei vincoli legislativi che impediscono il turn over del personale sanitario, e la necessità di un piano d’investimenti legati all’obsolescenza delle strutture e delle tecnologie sanitarie.
La nota di aggiornamento del Def dedica “un’attenzione pressoché nulla alla sanità, se non per pochi aspetti marginali, trattati peraltro in maniera a suo avviso non soddisfacente. È imbarazzante la disinvoltura con cui il Governo disattende impegni assunti, in riferimento al settore sanitario, non più tardi dello scorso mese di aprile, nell’ambito della risoluzione sul Def. In particolare, ritiene grave il prefigurato andamento decrescente del rapporto tra spesa sanitaria e Pil, che contraddice un preciso atto di impegno, contenuto nella suddetta risoluzione, a riallineare il rapporto in questione alla media europea”. Così Nerina Dirindin (Mdp) è intervenuta ieri in Commissione Sanità al Senato nell’ambito della discussione sulla nota di aggiornamento del Def.
Dirindin ha fatto inoltre proprie le considerazioni problematiche già espresse dal oresidente della Commissione Bilancio, Giorgio Tonini (Pd), circa la lacunosità del Documento in esame, che risulta “privo delle prescritte indicazioni circa i principali ambiti di intervento della manovra di finanza pubblica e i correlati effetti finanziari attesi, ai fini del raggiungimento degli obiettivi programmatici”.
Tornando alla spesa sanitaria, Dirindin nel suo intervento ha rimarcato l’urgenza di colmare il differenziale tra quella italiana e quella dei principali paesi europei, sottolineando che “ove persistesse la prospettata tendenza ad un’ulteriore decrescita vi sarebbero effetti dirompenti sul sistema sanitario, si rifletterebbero in maniera problematica sull’intera economia del Paese”. Il suggerimento della senatrice è quello di aumentare la spesa, se non a livello del Pul, almeno come la spesa corrente.
Tra i molti temi meritevoli di urgente attenzione, Dirindin ha segnalato la revisione del sistema di compartecipazione alla spesa sanitaria, prefigurata in sede di Patto per la salute e mai posta in essere. “Quantomeno occorrerebbe intervenire sul cosiddetto super ticket, abolendolo nell’attesa dell’auspicata revisione complessiva del sistema”.
Ha poi giudicato non più rinviabile l’allentamento dei vincoli legislativi che impediscono il turn over del personale sanitario: a fronte di molte manifestazioni di disponibilità del Governo ad intervenire il proposito, “non si sono sin qui registrati atti sostanziali volti alla risoluzione del problema, problema che sta sortendo effetti perversi sul sistema”.
Quanto al capitolo degli investimenti, Dirindin reputa indispensabile che il Ministero della salute chiarisca quali strategie sono in campo, o quantomeno allo studio, per porre rimedio alle criticità connesse all’obsolescenza delle strutture e delle tecnologie sanitarie, apparendo “necessario in tale settore un piano pluriennale di investimenti”.
Evidenziata anche l’arretratezza dei sistemi sanitari delle Regioni del Meridione, in ordine alla quale, anche con riferimento alle criticità connesse ai piani di rientro, reputa “necessaria una visione strategica che allo stato appare di là da venire”.
Infine, sulle tematiche della spesa farmaceutica, Dirindin ha manifestatoil timore che il contenzioso in essere, in relazione al payback, “possa concludersi con delle transazioni che finirebbero con il riversare sulle spalle dei cittadini, in termini di minori servizi sanitari, le inefficienze delle amministrazioni nell’attuazione della normativa, evidenziate dallo stesso Consiglio di Stato”.
Insomma, dopo il voto contrario sulla nota di aggiornamento del Def da parte di Mdp in Commissione Lavoro, i segnali anche in XII Commissione risultano tutt’altro che positivi in visto del prossimo approdo del provvedimento in Aula.
G.R. – Quotidiano sanità – 30 settembre 2017