La FAO ha chiesto vaccinazioni del bestiame più ampie per tenere a bada la dermatite nodulare contagiosa in Europa dell’Est e nei Balcani, soprattutto nelle zone dove il rischio è più alto.
In un documento di sintesi pubblicato oggi, la FAO ha avvertito che anche i paesi che finora non sono stati colpiti dall’epidemia, ma che sono considerati a rischio, devono eseguire le vaccinazioni per evitare la diffusione della malattia, che può avere conseguenze devastanti per gli allevatori, in particolare per i piccoli proprietari.
La dermatite nodulare contagiosa è un virus esantematico dei bovini – trasmesso dal morso d’insetti – che può essere mortale per il bestiame ma che non colpisce gli esseri umani. La malattia in passato era confinata solo all’Africa, ma nel 2013 è emersa in Turchia e poi si è rapidamente diffusa in nove paesi dell’Europa orientale e dei Balcani.
All’apice della diffusione della malattia in Europa, i paesi colpiti hanno registrato fino a 200 focolai che hanno portato a grosse perdite economiche, a causa della diminuzione della produzione di latte, della riduzione della qualità delle pelli e della morte di circa il 15% delle greggi colpite.
“Sebbene in Europa ad aprile l’epidemia fosse sotto controllo dopo vaccinazioni di massa, negli ultimi mesi abbiamo visto la malattia ripresentarsi in Albania, in Grecia e in Macedonia”, ha dichiarato Ren Wang, Direttore Generale Aggiunto della FAO, e capo del Dipartimento Agricoltura e Protezione dei Consumatori. “È un altro segnale d’allarme che la malattia non è ancora pienamente contenuta e può continuare a diffondersi se non rafforziamo l’impegno per controllarla”.
La FAO invita i governi dei paesi a rischio a svolgere campagne di vaccinazione, in particolare prima della stagione in cui si diffondono maggiormente gli insetti, che di solito inizia a marzo, quando i tassi d’infezione sono più alti per riuscire a prevenire, controllare e eliminare la malattia.
La vaccinazione preventiva in Croazia, in Bosnia-Erzegovina e in Serbia settentrionale, ad esempio, creerebbe una zona tampone e impedirebbe che la malattia possa diffondersi in paesi limitrofi come l’Ungheria e la Romania, che fino ad oggi sono stati risparmiati dalla malattia.
La FAO ha avvertito che l’abbattimento preventivo di tutti gli animali in un’azienda infettata dovrebbe essere utilizzato come ultima risorsa per l’impatto drammatico che tale misura ha sui mezzi di sussistenza degli allevatori, in particolare quelli di piccola scala. Se l’abbattimento dovesse essere considerato necessario, la FAO raccomanda che sia utilizzato solo nel caso di bovini clinicamente colpiti, quando l’infezione sia stata confermata da un laboratorio autorizzato e che gli animali vengano eliminati in maniera umana e smaltiti al più presto e in modo appropriato.
La FAO ha già svolto un ruolo importante nel ridisegnare le politiche dei paesi, per far sì che le vaccinazioni vengano utilizzate come misure fondamentali per prevenire la malattia e per ridurre al minimo gli abbattimenti.
“Nonostante i progressi compiuti nel combattere la dermatite nodulare contagiosa, ci sono ancora alcune aree grigie su cui dobbiamo concentrarci. Innanzitutto dobbiamo capire meglio se, ad esempio, la malattia può essere trasmessa da un animale all’altro anche attraverso il latte infetto, e se gli animali infetti che non mostrano segni clinici potrebbero ancora diffondere il virus”, ha affermato Ren Wang.
“C’è anche la necessità di un migliore coordinamento regionale e di una maggiore sorveglianza per affrontare in modo più efficace la diffusione della malattia”, ha aggiunto Ren Wang.
Fao – 26 settembre 2017