Il Governo italiano farà richiesta a Bruxelles per il ristoro dei danni indiretti causati dall’influenza aviaria. Questa è la conclusione a cui è giunto ieri mattina un tavolo tecnico che si è riunito a Roma, al quale hanno partecipato, assieme ai rappresentanti dei Ministeri dell’Agricoltura e della Salute, quelli della filiera produttiva e delle Regioni Veneto, Emilia Romagna e Lombardia. «Si è trattato di un incontro incentrato solo sul tema degli indennizzi dovuti al fermo degli allevamenti, in merito ai quali ora presenteremo un conteggio, che sarà alla base della richiesta alla Ue di poter procedere ai risarcimenti», spiega Ezio Berti, il presidente dell’associazione regionale degli allevatori Ava.
«L’importante è che ci sia stata un’azione comune di tutte le realtà, amministrative e produttive, interessate dal problema dell’influenza aviaria, anche se i rappresentanti del Governo ci hanno già detto che con Bruxelles non è facile contrattare su questi temi», continua Berti. Intanto è stata pubblicata la delibera della Giunta regionale che ha attivato un sistema di monitoraggio regionale, che si occuperà di tutte le zoonosi. «Le recenti epidemie di Blue Tongue ed influenza aviaria hanno reso necessario per la Regione, considerato il rischio di trovarsi di fronte a nuovi focolai di malattie infettive e trasmissibili, dotarsi di un sistema di sorveglianza in continuo», dice il provvedimento. Per questa attività, che continuerà sino alla fine del prossimo anno, è stato disposto un finanziamento di 180mila euro all’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie. Una realtà che, per l’aviaria, è centro di riferimento nazionale. Inoltre, come spiega la delibera, essa «possiede risorse interne con adeguate competenze, sia a livello sanitario che tecnico, in grado di garantire la predisposizione della rete di sorveglianza epidemiologica a supporto delle strategie di controllo regionali in campo veterinario». Intanto il consigliere regionale Pd Andrea Zanoni ha annunciato di aver presentato un’interrogazione volta a potenziare i servizi pubblici che si occupano di questo tema. «Con la riduzione del numero dei veterinari nelle Ulss, e con misure spuntate e poco efficaci per la prevenzione, sarà sempre più difficile contrastare l’epidemia», afferma il consigliere.
L’Arena – 21 settembre 2017