La Cgil non ci sta e respinge i tagli di stipendi e lavoro nell’Usl 3 Serenissima che compromettono l’uniformità dei trattamenti economici dei dipendenti, derivanti dall’applicazione dell’accordo regionale per l’avvio della cosiddetta “Azienda zero”, prevista dalla riforma della sanità veneta. La Fp-Cgil è l’unica sigla a non aver firmato il protocollo regionale, sottoscritto invece da Fp-Cisl, Uil-Fpl, Fials, Fsi e Nursing Up. A Venezia, la Fp-Cgil ha avviato una raccolta di firme a sostegno dell’appello intitolato “I soldi dei lavoratori non si toccano”, affinché la dirigenza dell’Usl 3 «non applichi l’accordo regionale che dà l’avvio all’Azienda Zero togliendo risorse economiche ai dipendenti». «Ad oggi abbiamo raccolto 1. 543 sottoscrizioni che consegneremo nei prossimi giorni, ma non ci fermiamo qui e proseguiremo la raccolta – dichiarano Daniele Giordano, segretario generale Fp-Cgil e Marco Busato, segretario Fp-Cgil Sanità -. Si tratta di un risultato molto positivo che rafforza la scelta di non aver firmato l’accordo regionale considerandolo negativo sia sul piano economico che sul piano occupazionale, dato che non scongiura eventuali esuberi». Secondo i calcoli della Cgil, se l’accordo venisse applicato avrebbe un pesante impatto sulle risorse destinate ai lavoratori dell’azienda sanitaria, nel caso veneziano l’Usl 3, stimabile in un «taglio strutturale e permanente dei fondi progressione, produttività e di indennità turni e straordinario, pari ad un totale di 411.277 euro l’anno per lavoratore. «L’impatto maggiore – spiegano Giordano e Busato – prodotto dalla riduzione dei fondi si avrà nell’applicare l’istituto delle progressioni orizzontali di carriera che si basano sui criteri della valutazione individuale, della formazione e dell’anzianità di servizio, di conferire ai lavoratori un aumento della quota stabile del loro salario». Dalle stime della Fp-Cgil risulterebbe che «il taglio del fondo di questo istituto comporterà che 280 lavoratori non potranno vedersi attribuire la progressione pur avendo maturato il diritto. La decurtazione delle quote economiche dei fondi, secondo quanto previsto dall’accordo regionale, partirà dal 1 gennaio 2018, quando ci sarà l’effettivo transito del personale e delle risorse economiche in Azienda Zero, il taglio sarà permanente». «Speriamo – sottolineano i due sindacalisti della Cgil – che per l’anno 2017 l’omogeneizzazione della produttività del personale delle tre ex aziende veneziane non sia messa in discussione. Per questo proponiamo di trasferire all’Azienda Zero la somma di salario accessorio corrispondente a quella percepita dei lavoratori oggi nell’Uls 3 e che si trasferiranno che si trasferiranno nel nuovo ente». La Fp-Cgil ha inoltre diffidato il direttore generale dell’Usl 3 Serenissima dall’applicare il protocollo regionale che sta per essere impugnato al Tar. (g.fav.)
La replica. Usl 3, Cisl e Uil smentiscono la Cgil. «Sui tagli dei fondi per i dipendenti in Regione non c’è riscontro»
Sul piano “Azienda zero” per la nuova azienda sanitaria unica Usl 3 Serenissima, i sindacati di categoria di Cisl e Uil veneziane replicano alla Cgil che ha già raccolto oltre 1.500 firme sulla petizione che denuncia un «taglio strutturale e permanente dei fondi progressione, produttività e di indennità turni e straordinario, pari ad un totale di 411 mila euro l’anno per lavoratore». Cisl e Uil, a differenza della Cgil, hanno firmato l’Accordo regionale per l’Azienda Zero e precisano che «gli accordi da noi sottoscritti garantiscono il personale perché evitano gli esuberi e prevedono la mobilità anzitutto su base volontaria». «Ci siamo presi la responsabilità di governare questo processo definito da norme di legge e non contrattabile – sottolineano Dario De Rossi (Cisl) e Francesco Menegazzi (Uil) -. Non abbiamo messo la testa sotto la sabbia per far finta che questo processo non venga avviato poco importa definire carrozzone l’azienda zero a noi interessa gestire la situazione a tutela dei lavoratori». Nel merito dei contenuti e dei numeri sull’entità dei tagli dei compensi denunciati dalla Cgil, gli altri due sindacati confederali rispondono: «per quanto ci riguarda – aggiungono De Rossi e Menegazzi – restiamo molto perplessi rispetto alle dichiarazioni della Cgil Sanità che non trovano nessun riscontro nei dati ufficiali della Regione Veneto in quanto questi tagli li vedono solo loro strumento e ipotizzando tagli nelle buste paga dei lavoratori quando invece questi accordi garantiscono anche ulteriori risorse economiche che vengono messe a disposizione proprio dei lavoratori».
LA NUOVA VENEZIA – 7-8 settembre 2017
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