Quello delle uova contaminate dall’insetticida Fipronil sta diventando uno scandalo più politico che sanitario. La Commissione europea per ora sembra impotente nell’offrire una strategia comunitaria al problema: il commissario per la Salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis ha convocato un vertice per il 26 settembre su come migliorare le cooperazione tra Paesi, scadenza lontana.
INTANTO LO SCONTRO tra Belgio e Olanda continua: si è scoperto che già a novembre 2016 l’agenzia olandese per la sicurezza alimentare aveva avuto sospetti sull’uso illecito di Fipronil, salvo poi archiviare tutto. A maggio in Belgio un’azienda rileva la presenza di Fipronil: poiché l’Asca, l’agenzia sanitaria belga, identifica la provenienza di contaminazione nell’Olanda, chiede informazioni. Ma le autorità olandesi ci mettono 52 giorni a rispondere. Siccome in Belgio l’azienda Poultry Vision aveva iniziato a usare il prodotto contenente Fipronil contro gli acari da polli in gennaio, per almeno sei mesi sono circolate uova contaminate senza limiti. Pericolose? Chissà. Il Belgio dice di no e la sua agenzia Asca non ha disposto il ritiro di quelle in circolazione, ma i tedeschi la pensano diversamente e accusano i belgi di non aver evitato la diffusione delle uova contaminate.
In Germania la soglia di pericolosità del Fipronil è 0,72 mg/kg e i belgi hanno rilevato contaminazioni tra 0,0031 e 1,2 mg/kg. Le uova sono diventate parte della campagna elettorale in Germania: il governo federale di Berlino ha parlato di 10 milioni di uova contaminate arrivate dall’Olanda, ma secondo le analisi del ministero dell’Agricoltura della Bassa Sassonia sono in realtà 28 milioni (e almeno quelle nel Länder sarebbero state tutte tolte dal commercio). Il governo ha volutamente sottostimato il problema? Anche in Francia Emmanuel Macron si prepara ad affrontare una situazione simile: il ministero dell’Agricoltura ha aggiornato la lista dei 22 prodotti ritirati dal mercato perché contenenti tracce di Fipronil superiori alla soglia massima. E tra i prodotti ci sono anche quattro marchi di pasta.
LE MISURE di prevenzione si estendono quindi a partì avanzate della filiera produttiva, mentre in altri Paesi restano al livello di materia prima o semilavorati. Approccio opposto in Gran Bretagna: la Food Standard Agency spiega che non ci sono veri rischi nel consumo di uova, solo lo 0,0001% di quelle importate dovrebbe essere contaminato. Per scrupolo meglio evitare i 14 prodotti nella apposita lista, ma comunque sono già quasi tutti oltre la data di scadenza e, visto che le importazioni di uova sospette sono state bloccate, non c’e da temere molto.
Il Fatto quotidiano – 24 agosto 2017