«Chiediamo di rinviare di un mese la caccia. Non ci sembra di pretendere molto. E poi ci sono norme di salvaguardia della biodiversità che vanno rispettate». Il presidente di Legambiente, Rossella Muroni, cerca di spiegare la proposta della sua associazione, consapevole che non sarà gradita a molti: «Siccità prolungata e incendi hanno stremato molte specie animali. Diverse regioni hanno invocato lo stato di calamità. Bene, se hanno sofferto agricoltori e altre categorie pensiamo che anche la fauna vada difesa. Le amministrazioni devono tenere conto dei danni patiti».
Da qui l’appello rivolto ai presidenti di quattordici Regioni, al ministro dell’Ambiente e delle Politiche agricole e al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. La tesi di Legambiente è semplice: se il quaranta per cento della produzione cerealicola è andata perduta, se la siccità ha colpito duramente, si deve dare tempo anche alla fauna di riprendersi.
Una questione che per l’associazione non è solo tecnica. «Il posticipo della caccia sarebbe un segnale politico, di responsabilità, ammettere che c’è un problema ambientale e che si intende affrontarlo». Muroni si rivolge ai cacciatori. «Sostengono di essere i primi difensori della fauna. Bene, hanno un’occasione per dimostrarlo con i fatti».
Le parole della presidentessa di Legambiente (convinta che la caccia un giorno sparirà per una semplice dinamica culturale e demografica: «La praticano solo anziani e ai giovani non interessa») non hanno però fatto breccia nel muro delle convinzioni dei rappresentanti delle doppiette.
«È un ragionamento che non mi convince», dice Moreno Periccioli, presidente Federcaccia Toscana, la regione italiana con il più alto numero di cacciatori. Che riconosce a Legambiente di non essere oltranzista sulla caccia, ma rispedisce indietro la proposta.
«Il tema della fauna ci sta molto a cuore. Senza animali noi non potremmo coltivare la nostra passione. Sfido a trovare persone più ambientaliste dei cacciatori. Ma trovo assurdo chiedere il rinvio pochi giorni prima dell’apertura. Per esempio: non sappiamo come può evolversi la situazione meteo nel breve periodo, tra qualche giorno potrebbe piovere. E poi non si può estendere il rinvio a tutto il territorio nazionale. La siccità ha colpito in modo diverso la Toscana rispetto alla Lombardia o alla Sardegna». Quanto al gesto simbolico, Periccioli rilancia e apre: «Il rispetto della fauna e della biodiversità va affrontato con scienza e conoscenza. Ma in termini culturali dico a Legambiente che non siamo distanti dal loro pensiero».
Agostino Gramigna Il Corriere della Sera – 24 agosto 2017